Dopo la chiesa di San Raffaele a Milano, l’installazione temporanea e itinerante di Gabriele Boretti risplende oggi nell'ossario di San Bernardino fino a Pentecoste.
di Edoardo
BUSINARO
Prosegue il percorso dell’installazione “Rivelazioni” dell’artista Gabriele Boretti (giovane architetto ligure); dopo aver illuminato la chiesa di San Raffaele durante la quaresima, la Croce luminosa ha trovato casa nel poco distante Ossario di San Bernardino. Rimarrà in questa sede fino al giorno di Pentecoste, il prossimo 20 maggio.
Come già ci aveva raccontato l’autore, “Rivelazioni”: «è un progetto calato nel tessuto storico, artistico e architettonico di ciascun luogo, creando una forte relazione fra lo spazio sacro e la storia della religione cattolica per mezzo di una rappresentazione contemporanea». La Croce itinerante, che illumina sé stessa ed il luogo che abita secondo il colore liturgico, porta la testimonianza degli spazi già visitati, dalle chiese liguri che hanno ispirato il progetto agli antichissimi luoghi di culto milanesi.
Lo scopo dell’opera è quello di esplorare, riscoprire e raccontare le architetture della fede scuotendo lo spazio sacro con un elemento effimero e coinvolgente. La posizione della Croce all’interno del contesto costruito, scelta con cura dall’artista, è quel fattore che mette in comunicazione i vari simboli liturgici già presenti, creando un dialogo metaforico che, di volta in volta, racconta una storia nuova al fedele.
Nell’Ossario della Chiesa di San Bernardino i temi enfatizzati dall’opera collegano il periodo pasquale al giorno della Pentecoste. La croce luminosa, sospesa a mezza altezza nella cappella, simula l’Ascensione verso la volta celeste, celebrata dall’affresco di Sebastiano Ricci, in connessione simbolica con i quaranta giorni che separano la Pasqua e l’Ascensione del Signore.
La croce, splendente di luce bianca, non si manifesta direttamente al visitatore ma attraverso il riflesso sul vetro che protegge la statua di Santa Maria Addolorata, generando un’ulteriore legame iconico e aiutando il credente a penetrare a fondo nell’evento della Risurrezione.
Un suono, il soffiare del vento, d’intensità ciclicamente crescente, invita alla meditazione e alla contemplazione, affermandosi come l’unico elemento sonoro all’interno dello spazio Sacro.
La presenza di questi segni autorevoli quanto discreti, muta gli equilibri figurativi dell’architettura; ora i teschi che ornano lo spazio non sono più protagonisti ma spettatori del Mistero assieme al visitatore.