Giovedì 13 gennaio, alle 18, presso la Centrale dell'Acqua, Silvia Giacomoni presenta la sua corrispondenza con l’Arcivescovo gesuita. Evento in presenza e online

Carlo Maria Martini
Il cardinale Carlo Maria Martini

Per trent’anni due persone che vivevano nel centro di Milano – lui in piazza Fontana, lei in via Bagutta – si scambiavano lettere. Lui era l’Arcivescovo, lei era giornalista, moglie di Giorgio Bocca, madre di tre figli.

È la giornalista a prendere l’iniziativa, e lui risponde. Le lettere approfondiscono il rapporto di lavoro. Lei lo segue per la Repubblica da quando papa Wojtyla ha mandato lui, biblista, a Milano come Arcivescovo. Carlo Maria Martini è ben contento di conoscere le reazioni di una persona agnostica al suo impegno pastorale. Silvia Giacomoni è felice di colmare le sue lacune in campo religioso. Parlano del comunicare personale e mediatico, progettano cattedre dei non credenti, discutono di ecumenismo, si interrogano sull’aborto, sulla preghiera. Insomma, lo scibile di quegli anni milanesi è per loro materia quotidiana sullo sfondo delle grandi questioni poste dalla Bibbia. Ed è proprio la parafrasi che Silvia scriverà dell’Antico Testamento, nel tempo della pensione di Martini, la spia del gran cambiamento, conversione compresa, avvenuto in lei nel corso di quegli anni.

Giovedì 13 gennaio, alle 18, presso la Centrale dell’Acqua (piazza Diocleziano 5, Milano), Silvia Giacomoni presenta il suo epistolario con Carlo Maria Martini in dialogo con Alberto Porro della Fondazione Carlo Maria Martini.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per accedere è necessario il Green pass rafforzato.
Diretta su YouTube, Facebook e Linkedin.

 

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