A 25 anni dalla morte (19 luglio 1992), il magistrato viene raccontato da chi l’ha conosciuto da vicino, con testimonianze inedite, in un nuovo libro di Alessandro Turrisi, giornalista palermitana e scrittrice.
La mafia è cosa complicata. Endemica e omertosa, radicata e violenta. La mafia è Cosa Nostra. Ma è anche la storia di chi la mafia l’ha voluta stanare e combattere, nelle piccole realtà di provincia come nei traffici internazionali di droga, armi e di immensi capitali. La storia di uomini giusti come fu Paolo Borsellino.
In occasione del 25esimo anniversario della Strage di via D’Amelio (19 luglio 1992), è disponibile in libreria il volume delle Edizioni San Paolo “Paolo Borsellino – L’uomo giusto”, scritto da Alessandra Turrisi, giornalista palermitana e scrittrice.
Un testo che restituisce non solo il percorso di vita di Paolo Borsellino fino all’attentato nel quale rimase vittima il 19 luglio 1992, ma anche il coro di voci inedite – Diego Cavaliero, Giovanni Paparcuri, il cardiologo Pietro Di Pasquale, Cosimo Scordato, Matteo Frasca e Francesco Ficarrotta, solo per citarne alcune – stretto intorno a una personalità sorprendente nella sua normalità che ci riconsegna un uomo eroico e fragile, ma sempre giusto.
Alessandra Turrisi, giornalista palermitana, sposata e madre di due figli, lavora per i quotidiani Avvenire e il Giornale di Sicilia, collabora con i periodici Credere e Il Gattopardo. Dalla metà degli anni Novanta, segue le cronache siciliane, con particolare attenzione agli aspetti sociali. Ha pubblicato i volumi Il cuore in testa. 10 anni di impegno dell’associazione Apriti Cuore (Navarra editore), sull’esperienza dell’accoglienza di bambini e ragazzi abusati e allontanati dalla famiglia, ed Era d’estate (Pietro Vittorietti Editore), che raccoglie giovani testimonianze al tempo delle stragi di mafia.
Alessandra Turrisi, Paolo Borsellino – L’uomo giusto, Edizioni San Paolo 2017, pp. 122, euro 15,00.