Martedì 22 maggio viene presentato a Milano la traduzione italiana del libro di Gershon Shaked (edita da Terrasanta), viaggio sulle tracce del popolo ebraico tra Otto e Novecento, tra storia, cultura e letteratura.

Il nuovo libro di Gershon Shaked edito da Terrasanta, Narrativa ebraica moderna. Una letteratura nonostante tutto, verrà presentato martedì 22 maggio alle ore 18, presso la Libreria Claudiana a Milano (via Francesco Sforza 12/a). Partecipano Sara Ferrari e Genya Nahmany, traduttrici e curatrici del volume, docenti di Ebraico all’Università degli Studi di Milano, e Rav Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia. Introduce Elena Bolognesi, editor delle Edizioni Terra Santa

Sono ormai molti gli autori israeliani tradotti anche in Italia, da Grossman ad Amos Oz, a Yehoshua. Ma sinora mancava un’opera che li inserisse nel più ampio e articolato panorama della letteratura ebraica, con i suoi tremila anni di storia. Il volume “Narrativa ebraica moderna. Una letteratura nonostante tutto” di Gershon Shaked, sintesi di una monumentale opera in cinque tomi, colma una grande lacuna e permette di seguire più da vicino gli sviluppi più recenti (dalla fine del XIX secolo) della narrativa ebraica moderna e della grande sfida che ha rappresentato la rinascita della lingua ebraica.

«Per la maggior parte del pubblico dei lettori l’espressione “letteratura ebraica” evoca qualche testo biblico, e poi i più noti nomi della narrativa israeliana. Secoli e secoli, dalla letteratura medievale a quella rinascimentale, a quella moderna, sono completamente sconosciuti. Grande è quindi il merito di chi ha tradotto l’opera fondamentale di Gershon Shaked, che, partendo dall’epoca dei pogrom del 1881, e collegandosi quindi idealmente agli inizi del Sionismo moderno, percorre la storia di quattro generazioni di scrittori e delle loro problematiche, prima di tutto quella della tensione così ebraica fra elementi della tradizione e modelli europei contemporanei, poi quella del contrasto fra l’ispirazione “sociale” e quella “interiore”, sottolineando, infine, le diverse soluzioni date ai problemi della rinascita moderna della lingua ebraica» (dalla prefazione di Maria Luisa Mayer Modena).

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