Iniziative diverse per attirare e stimolare la clientela, ma una aspirazione comune: essere un punto di riferimento culturale e un luogo di animazione della vita sociale

di Veronica TODARO

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C’è chi punta sui bambini, chi ha aperto uno spazio dedicato agli universitari, chi promuove testi locali, chi offre tour tra gli scaffali e chi ancora propone prodotti alimentari per catturare l’acquolina, ma anche per attirare possibili nuovi acquirenti. È una sfida continua, quella che attende ogni giorno quelle librerie cattoliche che, nel pieno della crisi, sono riuscite a tenere alzate le serrande.

«Se dobbiamo paragonarci alle librerie milanesi che chiudono una dietro l’altra, siamo fortunati – spiega Renato Pavan, responsabile della libreria Ceam Pime di Milano (via Mosè Bianchi 94) -. Negli ultimi anni abbiamo registrato un calo delle vendite pari circa al 10%. D’altra parte la nostra sofferenza è dovuta a quella dei nostri referenti principali, le parrocchie, che hanno meno possibilità economiche. Piccole crisi, messe una dietro l’altra, portano a questa situazione». «Negli ultimi quattro anni – aggiunge Franco Azzetta, promotore della libreria -, abbiamo aperto un reparto per gli studenti del primo e del secondo anno che frequentano le facoltà di Scienze dell’educazione e Psicologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore».

«Per sopravvivere bisogna darsi da fare – sottolinea suor Giusy Carrara, responsabile della Libreria Paoline di Milano (via Francesco Albani 21) -. Ci consideriamo una libreria di quartiere, nella zona 8 della città. I nostri clienti sono laici, professionisti che lavorano in zona, mamme o gente occasionale». Una clientela di profilo diverso, a cui però la libreria sa andare incontro, puntando su piccola e media editoria e su settori di nicchia, in campo religioso e laico: «Lavoriamo tantissimo con le iniziative, spostandoci su tutto il territorio per la presentazione di libri o per incontrare gli autori. Cerchiamo di rapportarci molto con le associazioni, con gli enti e con le scuole in particolare, portando i bambini in libreria e poi nei locali della casa editrice per scoprire i mestieri del libro». E se non c’è crescita, c’è però tenuta, che non è cosa da poco: «Alla fine del mese faremo un bilancio del primo trimestre e capiremo se tutte le attività messe in campo saranno state sufficienti». Quel che più preoccupa, però, è la politica dello sconto e dei prezzi bassi: «Ci farà “morire”: al di sotto di certi prezzi non si riesce a mantenere la struttura, né chi lavora con noi…».

Franca Galimberti,coordinatrice di Àncora Store a Milano (via Pavoni 12), racconta della nuova realtà, nata poco più di un anno fa all’interno del gruppo Àncora srl: «Siamo uno store e quindi uniamo una libreria a una cartoleria, una caffetteria e uno spazio di vendita enogastronomica e oggetti per la casa, l’ufficio e la scuola. I tempi sono duri, anche se non ci possiamo lamentare, perché i clienti ci stanno sostenendo e seguendo in tutte le nostre iniziative Arricchiamo la nostra offerta con laboratori, incontri, presentazioni, mostre, concerti per adulti e bambini; ospitiamo le scuole cui offriamo “magici”tour in libreria e nella nostra annessa tipografia. Siamo un team giovane, che vuol far passare il proprio entusiasmo attraverso il messaggio che la cultura è un piacere e che la libreria è un’agorà di chiacchierate, discussioni, circolazione di idee, dibattiti. Abbiamo l’ambizione di diventare prima di tutto un punto culturale di riferimento».

Anche la Libreria del Naviglio di Cernusco sul Naviglio(via Marcelline 39) punta a essere un punto di riferimento per un progetto culturale a 360 gradi. A parlarne è il responsabile Guido Cavalletti: «Negli ultimi tre anni di crisi siamo riusciti a mantenere gli stessi numeri in termini di fatturato; se si rendesse di più sarebbe tutto guadagno, anche in termini di immagine». La libreria è di proprietà della parrocchia di Santa Maria Assunta ed è suddivisa in cinque settori. «In uno spazio di 150 metri quadrati – precisa Cavalletti -, il 20% è dedicato ai libri religiosi, un altro 20% alle novità editoriali, e un 20% anche per la manualistica, la saggistica e i classici. Il punto forte è il 40% dedicato ai bambini e ai ragazzi, con un ampio spazio dedicato alla religione, oltre all’oggettistica per la Prima Comunione e la Cresima. Senza le piccole librerie storiche, le nostre città perdono identità. Nel nostro piccolo speriamo di poter contribuire alla crescita culturale di Cernusco attraverso la passione e la professionalità fin qui dimostrata».

Nella Libreria San Nicolò di Lecco(via Mascari 5, Lecco),Graziella Mauri e Carlo Brigattinel periodo natalizio hanno introdotto una novità rivelatasi proficua: la vendita di prodotti alimentari realizzati da frati e suore. «La nostra libreria è microscopica – spiega Graziella Mauri -. La crisi la sentiamo tuttora, la situazione non è delle migliori. La gente guarda a quello che spende. A Natale abbiamo quindi voluto introdurre prodotti alimentari provenienti dai conventi delle Carmelitane o da frati trappisti. A chi non sarebbe entrato a comprare un libro o dell’oggettistica, abbiamo offerto un’opportunità di trovare dell’altro. Un prodotto alimentare va bene a tutti: si aiuta chi li produce e sono utili a chi vengono regalati…». La libreria si caratterizza anche per la vendita di volumi di interesse locale (in modo particolare di tematiche manzoniane) e per la realizzazione di bomboniere e confezioni per Cresima e Comunione.

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