Mercoledì 12 aprile l’ensemble "laBarocca" diretta da Ruben Jais protagonista in Cattedrale del grande evento musicale milanese per la Pasqua, a ingresso libero. Due repliche anche in Auditorium, martedì 11 e venerdì 14 aprile: speciale promozione per i nostri “navigatori”

È una tradizione nordeuropea felicemente importata a Milano da laVerdi, quella di eseguire le Passioni di Bach nel periodo pasquale.

E anche nel 2017, per il quarto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, il Comune di Milano e il Rotary Club, il consueto appuntamento – vero e proprio must del cartellone milanese per la Pasqua – diventa un evento eccezionale offerto alla città o – meglio – un evento nell’evento, perché il Duomo tornerà ad aprire le proprie porte alla musica immortale del Genio di Eisenach.

Ensemble laBarocca, Coro Sinfonico, Coro di Voci bianche de laVerdi, diretti rispettivamente da Ruben Jais, Erina Gambarini e Maria Teresa Tramontin, porteranno infatti in Cattedrale per la seconda volta la Passione secondo Matteo (Matthäuspassion) per soli, coro e orchestra, mercoledì 12 aprile (ore 19,30, ingresso libero fino a esaurimento posti): lo scorso anno infatti venne eseguita la Passione secondo Giovanni.

Doppia replica invece all’Auditorium di Milano in largo Mahler: martedì 11 (ore 19.30) e venerdì 14 (ore 19.30) aprile.

Un cast internazionale di specialisti del genere completa le formazioni in scena: soprano Céline Scheen, controtenore Pascal Bertin, tenore (Evangelista) Moritz Kallenberg, tenore (Arie) Nathan Vale, baritono (Jesus) Simon Schnorr, baritono Christian Senn, baritono (PPPJ) Lukáš Zeman, Viola da Gamba Cristiano Contadin (11 e 12 aprile) e Marco Casonato (14 aprile).

La Passione secondo Matteo, composizione di musica sacra per voci soliste, doppio coro e orchestra, su libretto del poeta Picander, è la trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo, inframmezzata da corali e arie. Fu proposta al pubblico per la prima volta nel 1727 a Lipsia, nella chiesa di San Tommaso, proprio in occasione del venerdì santo.

(Info e prenotazioni: Auditorium di Milano fondazione Cariplo, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00. Tel. 02.83389401/2/3, on line: www.laverdi.org  o www.vivaticket.it .

Biglietti: per le date di martedì 11 e venerdì 14 all’Auditorium di Milano: euro 42,00/16,00; la rappresentazione di mercoledì 12 al Duomo di Milano sarà a ingresso libero, fino a esaurimento posti).

Lasciamo ora la parola al Maestro Ruben Jais per una breve guida all’ascolto:

“Nel 1727, a tre anni dalla prima passione lipsiense (la Johannespassion) Bach presenta alla comunità riunita per la celebrazione del Venerdì Santo il suo nuovo componimento dedicato alla Passione di Cristo: Passio Domini Nostri J.C. secundum Evangelistam Matthaeum – Poesia per Dominum Henrici alias Picander dictus – Musica di G.S. Bach (così nell’autografo!).

La differenza tra questi due capolavori della musica sacra è davvero importante: quanto il componimento del 1724 presentava la passione di Cristo rendendone protagonista il coro nella sua poliedrica veste di comunità dei fedeli attraverso i corali e di ‘Turba’ attraverso i cori, così la Matthäuspassion pone al centro la riflessione teologica declinata attraverso forme musicali innovative. Per la prima volta si utilizzano due cori, due orchestre, un coro ‘in ripieno’, 8 ruoli solistici.

Quest’anno, come la tradizione instaurata nel 1999 da laVerdi richiede, proponendo l’alternanza delle due Passioni bachiane, sarà eseguita la Matthäuspassion: al Coro Sinfonico preparato dal Maestro Erina Gambarini e al Coro di Voci bianche preparato dal Maestro Maria Teresa Tramontin, si affiancherà laBarocca, l’Ensemble de laVerdi specializzato nell’esecuzione della musica del periodo barocco”.

Programma
La Passione secondo Matteo è una delle cinque Passioni composte da Bach; a noi ne sono giunte solo due (l’altra è la Passione secondo Giovanni). Eseguita per la prima volta il Venerdì santo del 1727 nella Chiesa di S. Tommaso di Lipsia, negli anni successivi è stata ripresa almeno altre tre volte, in ognuna delle quali il musicista ha apportato modifiche. La versione che per tradizione si esegue fa riferimento alla edizione del 1736, per la quale Bach ha previsto, tra l’altro, l’inserimento a chiusura della prima parte di un grandioso corale proveniente dalla Passione secondo Giovanni.

L’imponenza dell’organico vocale e strumentale – tre cori, dei quali uno di voci bianche, sei cantanti solisti e doppia orchestra – si adegua perfettamente a una partitura di grande respiro musicale che affronta l’episodio-chiave del Cristianesimo: dall’ultima cena di Gesù al tradimento di Giuda, dagli interrogatori ai quali è sottoposto alla condanna a morte, dalla crocifissione alla sepoltura. La voce recitante dell’Evangelista fa da filo conduttore (le sue parole provengono dai versetti del Vangelo di Matteo); tra i personaggi spiccano quelli di Gesù e di Ponzio Pilato.

Un ruolo importante è affidato al Coro, impegnato in quasi la metà dei numeri (in totale sessantotto) per esprimere i turbamenti dei seguaci di Gesù, oppure impersonare la folla che assiste al processo, o ancora commentare – come nella tragedia greca – i diversi eventi. Per la musica Bach impiega più volte melodie proprie della tradizione sacra protestante, le cui origini risalgono alla metà del XVI secolo.

La monumentale Passione secondo Matteo, intesa non come opera musicale a se stante bensì come parte della funzione religiosa, doveva avere un impatto quasi violento sul pubblico alla sua prima esecuzione. La drammaticità della musica e del racconto, la grandiosità e la lunghezza dell’opera, infatti, rendevano difficile la ricezione da parte del pubblico di questa composizione così inaudita. Solo cento anni più tardi, nel 1829, il ventenne Mendelssohn, alla guida della Berliner Singakademie, diede con la sua esecuzione l’inizio a una vera riscoperta e rivalutazione del compositore e del suo lavoro.

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