Una grande mostra in un percorso suddiviso in tre sedi a Milano, dalle Gallerie d'Italia alla chiesa di San Fedele. Dove capolavori antichi dialogano con i maestri del Novecento e con installazioni contemporanee, a indagare l'Oltre, fra quotidiano ed eternità.
di Luca FRIGERIO
Dall’oro delle icone bizantine ai tagli sulla tela di Lucio Fontana. Dai cieli smaltati d’azzurro in cui s’affacciano i santi invocati degli ex voto alle superfici cangianti dei maestri del nostro tempo. In una ricerca continua, nel cammino dell’uomo, di un Oltre. In un desiderio inestinguibile di Infinito. Nel tentativo di rendere visibile l’Invisibile, di dare immagine all’Ineffabile. Perché Dio stesso, che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza, s’incarna nella storia per amore. Rinascendo ogni giorno nel nostro sguardo.
Non è la “solita” mostra, quella nata a Milano dalla collaborazione tra Fondazione culturale San Fedele e Intesa Sanpaolo. Ma una rassegna per molti aspetti inedita, articolata in un percorso che unisce tre sedi diverse – le Gallerie d’Italia, la Galleria San Fedele e la chiesa stessa di San Fedele – e che mette in dialogo opere antiche con lavori contemporanei (alcuni dei quali appositamente realizzati per questo evento), diversi quindi per epoche e linguaggi, ma accomunati dalla sacralità delle immagini, come espressione della dimensione del trascendente. In una riflessione
Nella prima sezione della mostra, curata da Andrea Dall’Asta insieme a Francesco Tedeschi, ecco allora che alcune splendide icone russe, patrimonio delle collezioni Intesa San Paolo, sono accostate a opere di Fontana, di Burri e di Santomaso. Dove come l’oro delle tavole antiche allude all’irrompere del divino nell’umano, così i tagli, i buchi, le lacerazioni di Fontana e degli artisti del ventesimo secolo rimandano a una volontà di sfondare la barriera che separa il finito dall’Infinito, andando “oltre”, appunto, la pelle del quotidiano e la crosta del terreno, quasi a cercare un flusso ininterrotto di eternità.
Axis mundi, l’asse del mondo, è invece una scultura in marmo di Hidetoshi Nagasawa che, riprendendo una primigenia concezione, si pone come ponte fra cielo e terra, riportando la nostra visione, spesso così limitatamente orizzontale, a una prospettiva più alta, verticale appunto, proiettata verso spazi infiniti. E tuttavia senza rinnegare la nostra umanità, la nostra componente terrena, come evidenzia l’Agricoltore di Mario Sironi (1928), simbolo di chi non si stanca di rivoltare le zolle della vita per seminare e far crescere ciò che vi è di più sacro, in un’attesa carica di speranza e di fiducia. Con gli occhi rivolti al cielo, appunto.
Nella galleria dei gesuiti milanesi, poi, sono presentati alcuni ex voto di varie epoche storiche, appartenenti alla collezione P.G.R. di Milano (una delle maggiori di questo genere), che con un linguaggio semplice quanto schietto testimoniano come l’uomo non sia solo nelle sue sventure, ma sorretto nelle proprie fragilità dal costante intervento del Dio della vita. Immagini di grazie ricevute, che Mimmo Paladino, con la sua spiccata sensibilità partenopea, reinterpreta in chiave moderna, facendo di oggetti e di elementi d’uso quotidiano invocazioni ad un Oltre che non rimane insensibile alle tribolazioni di questo mondo.
Così il martirio del Battista, illustrato in un fondo oro del Trecento, è ripreso nell’Eco di Ettore di Spalletti, dove il rosso del sangue versato dal Precursore è già sublimato nell’azzurro della gloria celeste.
Sacrificio e risurrezione che Claudio Parmiggiani ha infuso nella sua installazione nella chiesa San Fedele, spazio che da espositivo si fa liturgico. La sua Corona di spine è come un nuovo velo della Veronica, specchio del volto di Cristo sofferente in quel copricapo che da strumento di tortura e di scherno diventa già, nel filo dorato che la cinge, annuncio dell’eterna e universale regalità di Cristo risorto.
La mostra Oltre. Le soglie dell’Invisibile
è aperta a Milano fino al prossimo 28 giugno:
presso Gallerie d’Italia (piazza Scala),
da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.30
(giovedì fino alle 22.30);
e presso Galleria San Fedele (via Hoepli, 3),
da martedì a sabato dalle 16 alle 19.
La chiesa San Fedele (piazza San Fedele)
è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 16.