Elevazioni musicali, e spirituali, nella chiesa di San Barnaba con il duo Timea Béres e Andrea Carnevali. Tappa milanese di un programma che si conclude il 21 dicembre ad Arese e il 22 a Senago.

di Giovanni GUZZI

Timea Beres

Il tempo che precede il Natale è sempre propizio ad elevarsi spiritualmente anche, ed anzi in particolar modo, attraverso la musica. Per questa ragione si moltiplica l’offerta di concerti in tema ed il calendario si arricchisce di appuntamenti, sempre più spesso ospitati in chiese. La disponibilità di parroci accoglienti non è però sempre ricambiata, da promotori ed organizzatori (e pubblico), con il dovuto riguardo al luogo sacro, sia per atteggiamenti, sia per la scelta del repertorio eseguito. Perciò, quando capita di assistere ad un’iniziativa ben pensata e realizzata, è doveroso darle visibilità.

Curiosi di ascoltare brani di Liszt eseguiti da una cantante ungherese che, casualmente conosciuta ad altro concerto, ci aveva segnalato la propria esibizione in “Natale Romantico” nella chiesa di San Barnaba a Milano, abbiamo accettato l’invito convinti che la presenza in programma del compositore magiaro, non propriamente consueto nei programmi “natalizi”, fosse adeguata garanzia dal rischio di incappare nel “solito” concerto di Natale un po’ “melenso” e scontato.

E così è stato: il duo Timea Béres (soprano) e Andrea Carnevali (pianoforte) ha proposto un programma di notevole interesse musicale e per il quale gli affreschi di Camillo Procaccini, che decorano la volta della navata ed il coro della chiesa, e le tele di Simone Peterzano e Giovan Paolo Lomazzo non sono stati soltanto una scenografica cornice ma ne hanno intensificato la natura “spirituale”.

Il romanticismo evocato dal titolo si è dunque delineato, a partire dal lato più romantico del Barocco, nell’esecuzione della Ciaccona in re minore (BWV 1004) di Bach trascritta da Brahms per pianoforte e per la sola mano sinistra allo scopo di restituire le sonorità e gli effetti di legato e rubato propri della versione originale per per violino solo. A questo brano di apertura sono seguite tre versioni bachiane (dal Libro per Anna Magdalena) di canti tradizionali natalizi, tuttora eseguiti nel culto religioso protestante, e la melodia composta da Gounod sulla base sonora originale del preludio n. 1 dal primo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach per un’Ave Maria che è risuonata ancora più intensa grazie al contesto musicale in cui è stata incastonata.

Soprano lirico-leggero, Timea Béres ha dovuto trasportare armonicamente alcuni dei brani che ha quindi cantato “sfidando” tecnica e teoria musicale e proponendoli con un grande, lungo legato.

Ci ha spiegato che la sua interpretazione calma e fluida dei testi musicati da Bach era dovuta al fatto che essi «fanno riferimento non solo alla nascita di Gesù, ma anche alla morte che ci attende… Ma che non dobbiamo temere se lui ci tiene la mano: per questo Natale è una grande festa, perché Cristo ci ha liberati dal peso della morte!». La presenza di Bach, in versione originale o nell’interpretazione di suoi capolavori da parte di autori successivi, è motivata dal fatto che i musicisti romantici si proponevano come innovatori del linguaggio musicale e consideravano Bach non un compositore antico da recuperare bensì il primo degli innovatori… uno di loro!

Passando poi al pieno romanticismo di Liszt della seconda parte del concerto, due pezzi per pianoforte solo, Invocation – dalla raccolta Harmonies poetiques et religieuses ispirate all’omonimo titolo di Alphonse de Lamartine – e il n.3 da Consolations. Six Pensées poétiques – titolo mutuato dall’omonima raccolta di poesie di Charles Augustin de Sainte Beuve – hanno incorniciato pezzi per voce e strumento molto movimentati che coinvolgono intensamente l’interprete con le tante emozioni che racchiudono: il sentimento religioso favorito dalla contemplazione della natura, la riflessione sull’amore e il ricordo dell’amore lontano che, specialmente nel periodo delle festività si desidera riabbracciare fino ai rintocchi a sfumare delle campane di Marling.

In chiusura di programma l’Ave Maria di Liszt (dagli Années de Pèlerinage – Italie), che di rado è proposta all’ascolto in concerto, è stata un duplice omaggio alla chiesa ospitante ed alla nazionalità ungherese di chi l’ha cantata. Questo Natale Romantico si è quindi rivelato così ben articolato da restituire anche alla tradizionale Stille Nacht, eseguita come bis, la freschezza sottrattale dal suo infinito “sovrasfruttamento” facendocela apparire commovente e nuova come se non l’avessimo mai ascoltata.

Da notare l’indice alzato in direzione del cielo da Timea Béres durante gli applausi finali perché, ci ha spiegato: «La lode, l’applauso va a Dio, perché il talento musicale è un Suo dono».

Annotazione finale: l’attenzione al contesto sacro fin qui delineata non è un caso, infatti la serata è stata la data milanese della rassegna Musica nei Cieli che da 16 anni, è organizzata, in collaborazione col Servizio per la Pastorale Liturgica dell’Arcidiocesi di Milano, dalla Provincia di Milano, per l’occasione rappresentata dal suo Vice Presidente ed Assessore alla Cultura Novo Umberto Maerna che ha annunciato i due concerti conclusivi ad Arese e Senago il 21 e 22 dicembre, rispettivamente con musiche natalizie della tradizione irlandese e popolare italiana.

Info 02-7740.6311/6353 http://www.provincia.milano.it/cultura/manifestazioni/altresedi/la_musica_dei_cieli/programma/index.html.

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