I cento anni dell’ateneo nel programma di Rai Vaticano, alle 24.25 su Rai1 e Raiplay. Si parlerà anche della Santa Sede e il disarmo, di paternità e di nonni
Nel mondo per ogni abitante si spendono ogni anno 250 dollari in spese militari. Quasi 2000 miliardi di dollari. In Italia, ogni minuto, si spendono 40 mila euro, ossia 26 miliardi annui. «Se parte di queste cifre fosse destinata a sanità e scuola, quanta vita ci potrebbe essere!». Così il coordinatore nazionale di Pax Christi, don Renato Sacco, che, in “Viaggio nella Chiesa di Francesco”, il programma di Rai Vaticano a cura di Massimo Milone e Nicola Vicenti, in onda domenica 4 luglio, su Rai1, alle 24.25 (in replica domenica 11 luglio, alle 12.30, su Rai Storia, per l’estero su Rai Italia), parla dello “scandalo armamenti” più volte affrontato da papa Francesco. Ed è al lavoro, presso la Santa Sede, una task-force Sicurezza della Commissione Covid-19, istituita dal Papa in capo al Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale all’indomani della dichiarazione dello stato di pandemia. Dice il coordinatore Alessio Pecorario: «Il Papa ha dato un mandato esplicito ai leader di questa Commissione inedita per la Chiesa che si può riassumere in tre verbi: ascoltare, connettere e ispirare. Abbiamo cercato di portare sul tavolo la migliore scienza, la migliore teologia per fare delle analisi con creatività, ma allo stesso tempo con una concretezza, come per esempio il supporto alle campagne internazionali per l’abolizione delle armi nucleari, il trattato della messa al bando è entrato in vigore a gennaio grazie anche alla collaborazione tra la società civile e le Chiese, soprattutto la Santa Sede».
Nella puntata prosegue il viaggio nel significato di paternità alla luce dell’Anno di San Giuseppe indetto dal Papa. Parlano lo scrittore Erri De Luca (che nel suo ultimo libro A grandezza naturale racconta storie di padri) e padre Maurizio Botta, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Dice De Luca: «Immagino il padre Giuseppe di Nazareth un giovane con la schiena dritta, uno che accetta tutte le conseguenze della condizione irregolare in cui si trova la sua coppia, il suo matrimonio, accetta le conseguenze immediatamente di espatriare e passare gran parte della sua vita come immigrato in Egitto, perché perseguitato. C’è un passaggio di Isaia in cui si usa per la prima volta questa espressione nei confronti della divinità, di “Padre Nostro”, è un padre nostro accusativo, “Tu sei nostro padre”, ci hai fatto tu così, siamo opera delle tue mani. Quindi datti da fare, insomma, sei responsabile di noi». Dice padre Botta: «La paternità, se tu la desideri, sprigiona. Quindi in realtà nasciamo maschi e dobbiamo diventare padri, è una scelta. È bello diventare padre, perché io preferisco Ettore ad Achille. Secondo me, quando uno legge l’Iliade e vede Ettore che prima della battaglia decisiva prende il figlio e gli fa questo augurio, cioè che vedendoti uscire gli augura di diventare un eroe più grande di quello che è lui, questo è un padre, un padre è uno che augura al figlio di superarlo».
E ancora, nella puntata, alla vigilia della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani indetto da Papa Francesco, parla il responsabile dell’Ufficio della Pastorale familiare della Cei, il francescano padre Angelo Vianelli, che dice: «In questo anno dedicato ad Amoris laetitia il Papa vuole tornare ad ascoltare le famiglie, per capire i loro problemi e sostenerle. È importante che i figli abbiano la loro autonomia dai padri e che mettano su famiglia, nonostante le difficili condizioni economiche attuali, ma che insieme si mantenga l’alleanza con la famiglia di origine».
Ampio spazio, nella puntata, ai cento anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fondata a Milano da padre Agostino Gemelli. Parlano monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico, e il rettore Franco Anelli. Dice Giuliodori: «L’Università Cattolica è in prima linea nel rispondere ai temi lanciati dal Pontefice: penso all’emigrazione, alla sostenibilità e al futuro, quindi alla Laudato si’. Penso in modo particolare a tutta la grande sfida dell’economia. Ma la sfida che maggiormente ci vede coinvolti è quella educativa». Sostiene Anelli: «Noi usciamo da un periodo in cui le conoscenze e le competenze sono state progressivamente reputate meno importanti. Una conoscenza diffusa crea una società migliore, una società di persone capaci di interpretare e decrittare i messaggi politici e capace di governare il mondo dell’informazione ed è difficile, anzi impossibile, farlo, se si è degli ignoranti. E allora creare il capitale umano vuol dire creare una società con maggiore conoscenza, che non è solo competenza tecnica, ma è soprattutto cittadinanza e quindi ancora più è essere persona dentro una comunità».
Infine, per la libreria di Rai Vaticano, in primo piano il volume di Gianpiero Gamaleri Le omelie della pandemia di Papa Francesco e quello di Antonello Menne Da Roma a Gerusalemme, diario di un cammino particolare.