La Biblioteca Ambrosiana, per ogni mese sino al 9 giugno 2014, riapre la sua Sala delle Accademie alla lettura delle opere più significative degli autori, che, dai secoli VIII al XIII, hanno nutrito i popoli dell’Europa e del Mediterraneo. Primo appuntamento con gli Apologhi di ibn al -Muqaffa

biblioteca ambrosiana

La Biblioteca Ambrosiana (Milano, piazza Pio XI, 2, t.02.8069221) da lunedì 7 ottobre 2013 e per ogni mese sino al 9 giugno 2014, riapre la sua Sala delle Accademie alla lettura delle opere più significative degli Autori, che, dai secoli VIII al XIII, hanno nutrito i popoli dell’Europa e del Mediterraneo. 

Ciascun incontro prevede la lettura e il commento di un Classico – scelto generalmente tra Autori delle Tradizioni ebraica, cristiana e

islamica dal IX al XIII secolo – e il commento da parte di un esperto, con l’intervento di un moderatore che incoraggerà e faciliterà la più

ampia discussione tra il pubblico. La serie di 9 incontri nel 2013/2014 ha cadenza mensile, altri ne seguiranno nel secondo semestre 2014.

Primo appuntamento lunedì 7 ottobre, alle ore 18 con gli Apologhi di ibn al -Muqaffa,commentati da Paolo Branca.

Oggi il principale nutrimento di questi popoli appare sempre più legato all’ansia degli scambi materiali e alla pratica delle armi più terrificanti. 

Trovare un luogo, a Milano, in cui ascoltare le voci più profonde delle tradizioni ebraica, cristiana, islamica, e a loro domandare, dialogando liberamente, significa riscoprire la complessità della propria personale cultura, aprendosi alla comprensione della triade inscindibile di fede-logos-ethos, che alimenta ogni individuo nella società, ogni popolo, ma non ogni stato.

 Chi, pur lontano da Milano, volesse seguire i passi letti, il senso del commento proposto e degli interrogativi suscitati, può richiedere la sintesi di ogni incontro, scrivendo a newsletter@ambrosiana.it 

In Ambrosiana, nella Sala delle Accademie, il confronto è vivo e vitale sia tra le religioni abramitiche, sia con quanti sanno che la fede e la conoscenza vanno sempre alimentate, perché sono doni che l’uomo coltiva e che non possiede mai. Bisogna continuamente rimettersi in cammino per apprendere di nuovo. E non solo il nuovo, ma quanto di più primordiale possa esistere. Il dialogo e il confronto con il pubblico – dinanzi alla città e per la città – non è mai generico, perché fondato sui riscontri testuali dei Classici proposti, e reso attuale attraverso le loro pagine più nutrienti e gustose.

L’accesso alle fonti è garantito sempre da una lettura critica, mediata dall’esperienza accademica. Cercando di comprendere e di rispondere con rigore etico alle domande e alle sfide della vita di uomini impegnati nel passato e nel presente, si intravede, oltre i limiti del dubbio e del ragionevole, la prospettiva metafisica senza la quale i problemi da affrontare potrebbero risultare insolubili.

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