Una grande mostra, allestita presso il Braccio di Carlo Magno, ripercorre la straordinaria avventura umana, artistica e religiosa dell'architetto catalano, del quale è in corso la causa di beatificazione.
di Rita SALERNO
Una mostra dedicata all’“architetto di Dio” per ringraziare Benedetto XVI della visita e dall’atto solenne da lui presieduto lo scorso anno. È questo il senso della mostra Gaudí e la Sagrada Familia di Barcellona: arte, scienza e spiritualità, allestita in Vaticano presso il Braccio di Carlo Magno, che sarà aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2012.
L’esposizione, organizzata da due istituzioni dell’arcidiocesi di Barcellona e sotto gli auspici del Pontificio Consiglio della Cultura, è stata presentata in Sala Stampa Vaticana dal cardinale Gianfranco Ravasi e da un nutrito gruppo proveniente dalla città catalana, guidato dal cardinale arcivescovo Lluís Martínez Sistach.
Antonio Gaudí, era solito ripetere: «Il mio cliente non ha fretta». È uno dei tanti aneddoti che circondano la costruzione della Sagrada Familia di Barcellona raccontato dal cardinale della metropoli catalana, Lluís Martínez Sistach. La Sagrada Familia, ovvero un superbo esempio di arte sacra: questo l’aspetto messo in evidenza cardinale Sistach: «Come disse Benedetto XVI a Barcellona, questa Basilica è un segno visibile del Dio invisibile, molto necessaria nelle nostre società occidentali europee con un marcato livello di cultura laicista e di indifferenza religiosa».
«Io credo che la Sagrada Familia non sia più soltanto un tempio», ha sostenuto l’architetto Daniel Giralt-Miracle, commissario della mostra. Non è più soltanto un’opera architettonica, ma è un’opera sacramentale in pietra del XXI secolo: «Questo è quello che cerchiamo di spiegare ai visitatori della Sagrada Familia; questo è quello che spieghiamo in questa mostra, in tre capitoli: è un viaggio attraverso l’architettura, dall’esterno all’interno. Lo scopo è di catturare la presenza di Gaudí e comprendere che queste non sono pietre, ma che dentro la Sagrada Familia c’è uno spirito».
Tale capacità di dare forma artistica alle visioni della fede, ha detto al termine il cardinale Ravasi, è un’esperienza che dà le vertigini: «Questa vertigine è fisica, prima di tutto: l’impressione che si ha è veramente di qualcosa che sfida le leggi stesse della natura; l’impressione di qualcosa di assolutamente monumentale, ma al tempo stesso sospeso. Questo permette di coniugare l’impressione psicologica, spirituale della vertigine anche dell’ascensione verso il mistero, verso la trascendenza».
E questo, ha proseguito il presidente del dicastero vaticano della Cultura, porta il discorso sul rapporto, sempre molto attuale anche oggi tra architettura e sacralità. Una ricerca che, nel genio di Gaudí, ha trovato modo di trasformarsi in un fecondo dialogo, ma che non cessa nemmeno nel XXI secolo di interrogare gli architetti e gli artisti su cosa voglia dire organizzare uno spazio sacro.
Nella Sagrada Familia, ha aggiunto il cardinale Ravasi, «c’è l’idea che il tempio è una creatura viva, che esprime anche un popolo – e in questo caso esprime anche un popolo come la Catalogna che è fortemente glorioso, orgoglioso delle sue radici, della sua storia, della sua lingua, della sua cultura e anche di questa sua spiritualità – perché, appunto, nel suo interno vivo, continuamente mutevole, c’è la testimonianza di una fede».
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale Ravasi ha poi definito in “fase di riflessione” la possibile costituzione di una apposita commissione, probabilmente interdicasteriale, incaricata di sovrintendere all’architettura sacra. Mentre il cardinale di Barcellona – riferendo che la cifra di tre milioni di visitatori sui quali può contare oggi la Sagrada Familia – garantisce che la costruzione del tempio gaudiniano, avviata nel 1882, possa essere certamente portata a termine. Il cardinale Sistach ha poi aggiunto che la positio riguardante Gaudí è già depositata presso la congregazione per le Cause dei Santi e che la corposa biografia dell’architetto Servo di Dio è in fase di ultimazione.