Dall’1 al 4 dicembre all’Anteo nona edizione del concorso cinematografico internazionale promosso dalla Casa della Carità, che quest’anno si apre ai temi del cambiamento climatico e della difesa dell’ambiente
Dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, torna il Souq Film Festival, il concorso cinematografico internazionale di cortometraggi promosso dalla Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”, attraverso il suo Centro Studi Souq. Anche per questa 9ª edizione si conferma la collaborazione con Anteo Palazzo del Cinema di Milano, che ospiterà il festival dall’1 al 4 dicembre. L’ingresso alle proiezioni, come sempre, è gratuito.
Questa edizione, che ha il sottotitolo «Storie di diritti, persone, ambiente», vede la partecipazione di 124 pellicole, provenienti da 26 Paesi. Tra queste ne sono state selezionate 28 che parteciperanno al concorso, la cui visione sarà in programmazione da venerdì 2 dicembre alle 17.
I lungometraggi
Ai cortometraggi in gara si affiancano due lungometraggi fuori concorso. Giovedì 1 dicembre, alle 18, il Festival sarà aperto da una proiezione speciale dedicata alle tematiche ambientali, con il documentario Berta Soy Yo della regista hondurena Katia Lara, mentre sabato 3 dicembre sarà la volta di Gagarine – Proteggi ciò che ami, dei francesi Fanny Liatard e Jeremy Trouilh. Infine, domenica 4 dicembre alle 19, prima della cerimonia di premiazione dei vincitori, sarà proiettato Noi la chiamiamo Casa. Volti e storie dalla Casa della Carità, un documentario realizzato dal regista milanese Enrico Maisto, in occasione del 20° anniversario della Fondazione, appena celebrato.
Novità: tema e giurie
Alla tradizionale attenzione che il Souq Film Festival pone alle tematiche sociali – dall’immigrazione ai diritti umani, dalla violenza contro le donne alla condizione dei detenuti – si affianca quest’anno l’indagine sui temi del cambiamento climatico e della tutela dell’ambiente. Il tema dell’ecologia integrale, affrontato da papa Francesco nella Laudato Si’ e quindi l’idea che giustizia sociale e giustizia ambientale siano strettamente connesse è infatti centrale nel lavoro di accoglienza e cultura portato avanti dalla Casa della Carità nel suo operare quotidiano.
Oltre ai consueti premi assegnati dalla giuria tecnica, quest’anno rinnovata, e dalla giuria popolare, anche in questa edizione ci sarà il premio assegnato dalla giuria composta dagli ospiti della Casa della Carità e dalle persone senza dimora che ne frequentano il servizio docce, che visioneranno in anteprima i cortometraggi in concorso. Una novità è rappresentata poi dalla “giuria giovanissimi”, composta da alcune classi dell’IIS “Caterina da Siena” di Milano.
«Il Souq Film Festival torna con l’entusiasmo del fare festival, del mostrare e parlare di cinema con i filmakers e il pubblico nuovamente insieme, in quel contesto di convivialità di cui sentivamo la mancanza – spiega Delia De Fazio, direttrice artistica del Festival -. Lo consideriamo un nuovo inizio e per questo abbiamo osato, aggiungendo una giornata, accrescendo e aggiornando la nostra programmazione. Tra i 28 cortometraggi internazionali, c’è una nutrita gamma di produzioni italiane. Questo ci fa piacere, perché significa che i filmakers italiani hanno voglia di ricominciare e raccontare quelle storie di diritti e umanità che accendono e muovono il nostro pubblico e noi dello staff in primis».
«Abbiamo fame e sete di cultura e per noi il Souq Film Festival è una gemma preziosa, che rappresenta un appuntamento importante, poiché dà concretezza a una delle indicazioni lasciateci dal fondatore della Casa della Carità, il cardinale Carlo Maria Martini – afferma don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità -: dar vita a un luogo di accoglienza dei più fragili che sia, al tempo stesso, un luogo di pensiero e di studio, e uno spazio in cui proporre iniziative culturali rivolte a Milano e ai suoi abitanti».
«Finalmente quest’anno, dopo due anni di fermo per la pandemia, il Festival ritorna occupandosi per la prima volta di un tema nuovo anche per il Centro Studi SOUQ: la difesa del pianeta – spiega Simona Sambati, responsabile dell’Area Cultura della Casa della Carità -. Se a oggi la Casa della Carità e con essa il suo Centro Studi si sono sempre occupati degli ultimi in quanto più deboli, oggi tra i più deboli c’è anche la Terra».
Il percorso
Dal 2012 Souq Film Festival ha l’obiettivo di diffondere, attraverso il cinema, i valori dell’inclusione e della coesione sociale, il riconoscimento della diversità come elemento di ricchezza e la promozione dei diritti di cittadinanza, attraverso la selezione di opere cinematografiche che spesso non trovano spazio altrove. Film che raccontano le contraddizioni e i problemi che accomunano le grandi città del mondo e i modi per affrontarli. Alle 8 edizioni precedenti hanno partecipato oltre 230 pellicole firmate da registi di 40 diversi Paesi. Tra i lungometraggi fuori concorso, Souq Film Festival è stato tra i primi a far scoprire film che sono poi diventati noti al grande pubblico. Tra questi, Un paese di Calabria, che ha avuto il merito di far conoscere l’esperienza di accoglienza dei migranti a Riace; Io sto con la sposa, vero e proprio caso cinematografico del 2014 e Sea Sorrow – Il dolore del mare, debutto alla regia dell’attrice Premio Oscar Vanessa Redgrave.
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