Alle 21, su YouTube e Fb, monsignor Delpini dialoga con Marina Corradi e Alessandro Zaccuri nell’incontro conclusivo del ciclo promosso da Centro culturale di Milano e «Il rischio educativo»
«Testimone nella metropoli» è il tema dell’incontro dedicato a Dino Buzzati, che avrà luogo venerdì 15 gennaio, alle 21, in streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Centro culturale di Milano, che ne è promotore insieme all’associazione culturale «Il rischio educativo». L’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini e la giornalista Marina Corradi intervengono insieme al coordinatore Alessandro Zaccuri, con lettura teatrale di Giorgio Bonino.
L’incontro si colloca al termine del ciclo «Dino Buzzati nella città contemporanea», iniziato nel gennaio 2020 e curato dallo stesso Zaccuri, interrotto a causa dell’emergenza sanitaria e ripreso in streaming tra ottobre e dicembre. L’obiettivo raggiunto è stato quello di invitare alla riscoperta di un autore che – sia come giornalista, sia come narratore – ha indagato in profondità le inquietudini dell’essere umano, facendo di Milano il suo osservatorio privilegiato.
I vari temi dell’opera di Buzzati sono stati affrontati attraverso il dialogo con scrittori, giornalisti e intellettuali (Antonia Arslan, Gianni Biondillo, Ferruccio de Bortoli, Luca Doninelli, don Paolo Alliata, Nanni Delbecchi, Luigi Mascheroni, Lucia Bellaspiga, Giuseppe Frangi, Lorenzo Viganò), ciascuno dei quali si è soffermato su un racconto o su un reportage.
Buzzati non è un autore di per sé religioso, ma si è sempre cercato di valorizzare l’elemento di interrogazione spirituale, molto presente nei suoi scritti, a partire dalla celebre poesia Dio che non esisti, ti prego. Obiettivo dell’appuntamento conclusivo è quello di incontrarsi sul valore di profezia che le parole di Buzzati possono rivestire oggi nel nostro ripensare e immaginare la metropoli, così come l’Arcivescovo invita a fare nei suoi recenti discorsi.
Sono stati scelti due testi che contengono un’idea forte di città, anche in senso sapienziale. Il primo è un ritratto di don Zeno Saltini, il sacerdote che Buzzati ha più ammirato: sullo sfondo c’è Nomadelfia, la città in cui vige la “legge della fraternità” alla quale ci esorta ora l’enciclica di papa Francesco. Il secondo proviene invece dal reportage che Buzzati realizzò al seguito di Paolo VI durante lo storico viaggio in Terrasanta del gennaio 1964: è un’altra immagine della città a emergere, la Gerusalemme santa e ferita (impressionante, nel finale, il desiderio di vedere il Papa pregare da solo, in silenzio, come è accaduto in piazza San Pietro il 27 marzo).
Sono spunti da far reagire con le attese e le ferite della Milano di oggi, tra pandemia e speranza e protesi alla scoperta dell’altro, della propria responsabilità che si riconosce quando -proprio come lo sguardo di curiosità e umanità di Buzzati – si coglie l’esigenza e il grido di un senso umanamente vero alla esistenza.