Venerdì 24 novembre, alle ore 22.10, va in onda su Rai Storia un nuovo documentario realizzato in occasione dei 150 anni dell'associazione, con materiali storici e interventi del cardinale Parolin, Matteo Truffelli, don Luigi Ciotti, Giorgio Vecchio, Giovanni Vian e Maria Dutto.
Un’occasione per ripercorrere alcuni degli eventi più significativi del cammino della più grande e longeva aggregazione laicale italiana; un aiuto a comprendere quale Azione Cattolica ci consegnano i centocinquanta anni di storia che l’Associazione ha vissuto dalla sua nascita ad oggi: ecco cosa offre il documentario “L’Azione Cattolica una storia che continua” realizzato da Antonia Pillosio, in onda su Rai Storia venerdì 24 novembre alle ore 22.10. Nel documentario anche fotografie e pellicole provenienti dall’Archivio dell’Isacem-Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI e da materiali delle Teche Rai.
«In questi 150 anni di vita l’Azione Cattolica ha sempre cambiato se stessa, ha sempre cambiato strutture, regole, ha cambiato priorità, ha cambiato molte cose del proprio essere – dice Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica – ma le ha sempre cambiate per rimanere fedele a ciò che era originariamente, un insieme di laici che vogliono condividere la responsabilità di portare la missione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo».
«Il Papa riconosce che l’Azione Cattolica ha preso come programma della sua vita e della sua attività le indicazioni – aggiunge il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin – che lui ha dato nell’Evangelii gaudium e credo che queste indicazioni, come è ben noto, si riassumano fondamentalmente nel binomio discepoli e missionari».
Il racconto – “accompagnato” dai due storici Giovanni Vian e Giorgio Vecchio – parte dai primi passi di vita dell’Associazione che risalgono al lontano 1867, quando due giovani credenti laici, Mario Fani, che aveva creato il Circolo di Santa Rosa a Viterbo, e Giovanni Acquaderni, attivo nella città di Bologna, sentono la responsabilità di farsi carico del difficile contesto storico che stava attraversando la Chiesa in quegli anni e fondano insieme la Società della Gioventù Cattolica, prima cellula dell’Ac di oggi.
Ad arricchire la narrazione alcuni spunti inediti di Maria Dutto, presidente dell’Azione Cattolica di Milano tra 1976 e 1983, sulla Gioventù Femminile e la figura di Armida Barelli negli anni del dopoguerra: «Nel programma della Gioventù Femminile c’era lo studio, c’era la preparazione a stare nel mondo, c’era la possibilità di fare scelte che non fossero solo matrimoniali, e magari imposte. Era un impegno, lo scrive la Barelli, per imparare a leggere, imparare a scrivere, per leggere i giornali e gli strumenti. Era una promozione delle donne».
Tra le testimonianze, quella di don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”: «Io devo dire che ne ho fatto il percorso, ho fatto l’aspirante, il delegato aspiranti. Ricordo i momenti di formazione a Mompellato per la diocesi di Torino, e mi ha formato, soprattutto mi ha consegnato l’importanza della relazione, della capacità di ascolto, dell’assunzione della responsabilità, di essere testimoni non nelle parole ma nei fatti». Infine, il vaticanista Enzo Romeo: «Ricordiamo che dell’Azione Cattolica parla il Concilio Vaticano II, ed è l’unica Associazione ecclesiale che viene citata dal Concilio».