Proveniente dalla Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei, il bronzo del celebre artista esposto durante le feste natalizie nell’ambito dell’iniziativa "L’arte annuncia il Mistero"
Mons. Domenico
SGUAITAMATTI
Rettore San Raffaele Milano - Ufficio Beni Culturali Arcidiocesi di Milano
Presso la Rettoria di San Raffaele a Milano (via San Raffaele, 4), in occasione delle prossime feste natalizie, nell’ambito dell’iniziativa L’arte annuncia il Mistero, si rinnova l’esposizione di un’opera d’arte particolarmente significativa ad accompagnare l’importante tempo liturgico.
Dopo le due Natività di William Congdon, la Sacra Famiglia del Giampietrino ed altri capolavori, quest’anno è stata scelta l’opera di Ettore Calvelli dal suggestivo titolo Il sogno del pastore: una scultura in bronzo proveniente dalla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Milano. L’esposizione verrà inaugurata sabato 9 dicembre si concluderà il 13 gennaio 2018.
Morto nel 1997, Calvelli ha segnato con la sua tecnica forte nei tratti, ma poetica nell’espressione, l’arte scultorea italiana del ‘900. Ha lavorato in prevalenza a Milano dedicandosi all’attività di bronzista per importanti istituzioni, tra cui la Zecca dello Stato, la Fao e l’Onu. Oggi le sue opere sono conservate in diversi musei italiani, come anche in Vaticano.
Il sogno del pastore è tra le sue opere più significative e ricche di profonda spiritualità. Proprio al “sogno”, così come già per Giuseppe, anche per il giovane pastore che reclina pesantemente la testa sulla spalla, è affidato il rivelarsi del Mistero dell’Incarnazione.
Annuncio che lo sta per svegliare e mettere in cammino per “vedere”, o già spirituale arricchimento dell’anima che si adagia in una contemplazione tutta interiore “dopo aver visto” colui che in quella notte è “nato per noi”? Significativa, per questo, è la scena della natività scolpita proprio dove gli batte il cuore e sostenuta dalla sua mano come per farne un tesoro inestimabile ed imperdibile, un canto di lode a Dio per il dono ricevuto. E così le decise e vibranti pieghe che danno corpo al mantello del pastore diventano ideali strade sulle quali l’umanità si incammina per incontrare, riconoscere ed accogliere il “Dio che si è fatto uomo”. La straordinaria ed originale intuizione di fede di Calvelli che trasuda da questa materia ci interpella e coinvolge.