Con Rai Vaticano alle 24.25 su Rai1 e Raiplay lo scenario delineato dal fondatore del Censis Giuseppe De Rita

famiglia

L’impegno di Papa Francesco e della Chiesa cattolica per il Libano non si ferma. Il Paese è alle prese con una devastante crisi economica e d’identità. Mobilitate con una giornata di riflessione e preghiera in Vaticano le istituzioni internazionali, le comunità cristiane, le associazioni e i movimenti. Il cuore di Francesco e le rotte della sua geopolitica spirituale vedono protagonista anche il Paese dei cedri con uno sguardo largo alla situazione in Medio Oriente. Nel servizio di apertura di “Viaggio nella Chiesa di Francesco”, il programma di Massimo Milone e Nicola Vicenti, in onda domenica 25 luglio su Rai1 alle 24.25 (in replica su Rai Storia domenica 1 agosto alle 12.30 e, per l’estero, sui canali di Rai Italia) i momenti più suggestivi della giornata di Papa Francesco con i leader delle comunità religiose cristiane perché il Libano torni ad essere “un progetto e un ponte di pace”.

Durante la pandemia Papa Francesco ha più volte ricordato che ‘nessuno si salva da solo’. A Rai Vaticano, David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, dice che queste parole di Francesco sono il solco entro il quale l’Europa vuole e deve camminare: “l’Europa – dice Sassoli – deve inseguire la solidarietà e la cooperazione”.

L’Anno della famiglia voluto da Papa Francesco, in vista del grande incontro che si terrà a Roma nel 2022, nella riflessione di un grande sociologo che ha descritto e fatto conoscere per anni i cambiamenti della società italiana attraverso il Censis, Giuseppe De Rita.

E il 2021 è anche anno dedicato alla figura di San Giuseppe, come ha voluto Papa Francesco con la lettera apostolica “Patris corde”. Con Rai Vaticano continua il viaggio sui significati della paternità. “Per me oggi è importante ringraziare perché vent’anni fa ero un uomo che non aveva più desiderio di vivere, oggi sono un uomo che è diventato papà di due figli, ma è diventato papà di tanti altri ragazzi che hanno bisogno di me”. Così Andrea Giorgetti, Responsabile della comunità Cenacolo di Roma, inizia il racconto non solo della sua guarigione dalla tossicodipendenza, ma di una paternità ricevuta e donata. Oggi, insieme alla moglie, accoglie ragazzi schiavi di varie forme di dipendenza. “Hanno bisogno del papà” ci racconta “manca questa figura del papà e davvero bisogna tanto ritornare alle origini, a San Giuseppe”.

Cento anni di storia ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro: l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha inaugurato a Milano il centro interdisciplinare Humane Technology Lab. “La sfida di questo laboratorio – afferma il Direttore, Prof. Giuseppe Riva – è trasformare la tecnologia in un qualcosa che possa aiutare le persone a stare meglio”. Il primo risultato del gruppo di lavoro è il “Covid Feel Good”, un programma che utilizzando la realtà virtuale consente di contrastare il disagio e la depressione generati dall’isolamento della pandemia. Ma la tecnologia immersiva può anche aiutare i malati oncologici ad affrontare dei percorsi di cura impegnativi, come ci spiega il Prof. Vincenzo Valentini, Direttore scientifico Gemelli-Generator, del Policlinico A. Gemelli di Roma: “Abbiamo realizzato dei moduli artistici che vengono offerti al paziente per motivarlo attraverso la bellezza in un percorso che prevede la cura di sé, l’entusiasmo, il coraggio, la spiritualità e l’amicizia”. All’Università Cattolica, il progresso tecnologico è volto a migliorare le condizioni di vita delle persone in un continuo dialogo fra scienza, tecnica ed etica, come precisato dall’assistente ecclesiastico, Mons. Claudio Giuliodori: “Ci vuole sempre il primato della responsabilità umana: al centro c’è l’uomo e l’uomo è a immagine e somiglianza di Dio”.

E ancora, riflettori su Palazzo Borromeo, dal 1929 sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede con la mostra “Contemporanei a Palazzo Borromeo. Arte e design”: una collezione di 15 opere d’arte e 10 oggetti concepiti da designers italiani distribuiti tra il giardino, il chiostro e i saloni del Palazzo. “Questo progetto – dice l’Ambasciatore Pietro Sebastiani – nasce dall’esigenza di raccordare con un rammendo delicato lo straordinario passato artistico e architettonico di questo Palazzo che mancava di tutto il XX secolo e, ovviamente, dell’inizio del XXI secolo. Da un lato per dimostrare come in realtà la cultura italiana, le arti italiane, abbiano proseguito senza cesure, dall’altro per promuovere l’eccellenza italiana del design e le sue straordinarie maestranze, un modo per promuovere il nostro made in Italy nel mondo”.

Infine, la vita e i gesti, la sfida e le parole di Benedetto XVI nel libro del giornalista Luca Caruso, pubblicato dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger.

 

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