Incontro per chi si prepara al matrimonio cristiano. Milano, Basilica di sant’Ambrogio - 10 febbraio 2023
Non l’eccitazione euforica dei fuochi artificiali, ma il rimanere davanti al caminetto per alimentare il fuoco domestico che chiede sempre nuova legna per restare acceso.
Rimanete accanto al fuoco e non fate mancare la legna.
Non è difficile. Non sempre è esaltante.
Sempre c’è il calore del benessere, del sentirsi a casa.
Rimanete in me, accanto al fuoco.
Non l’ineccepibile bellezza della foto ricordo professionale che fissa nell’illusione di essere sempre belli, sempre giovani, sempre allegri, ma il rimanere nello stupore per la rivelazione della bellezza di ogni giorno.
Rimanere nello stupore: non inseguire gli stimoli di spettacoli sempre nuovi, le emozioni di esperienze sempre diverse. Rimanere nello stupore è una educazione dello sguardo, non il continuo cambiamento dello scenario.
Lo stupore è meravigliarsi della sollecitudine della persona che ti vuole bene in ogni oggi; lo stupore è il risveglio di ogni mattino, l’esistenza del mondo, il profumo del caffè, il bambino che impara a parlare, la suocera che prepara una torta, il cognato che si ricorda del tuo compleanno.
Non è vero che è sempre la stessa storia, ogni giorno nasce un mondo nuovo.
Rimanete in me, dimorate nello stupore della rivelazione del mistero dell’amore.
Non l’abbondanza inesauribile del supermercato ma la pazienza della bottega dell’artigiano che prepara cura ogni pezzo, quello che risuola le scarpe. Non è una scarpa nuova, forse a guadare bene si nota un difetto. Ma il calzolaio rimane sul pezzo e la sua mano è sapiente. Le relazioni in famiglia tra marito e moglie, tra genitori e figli, con i suoceri e i cognati non si nutrono di prodotti preconfezionati in vendita nei grandi magazzini, ma di una paziente cura “artigianale” che cura i particolari e produce solo “pezzi unici”.
Rimanete nel lavoro artigianale.
L’amore che vi chiama non chiede imprese clamorose, non suppone in voi un carattere perfetto, non pretende doti eccezionali.
L’amore che vi chiama non indica mete inaccessibili. Non incute il timore di non essere all’altezza. non promette giorni sempre sereni. Non autorizza a pretendere che l’altro sia ineccepibile. Ammette anche gli sbagli e ritiene che niente mai sia irrimediabile
Forse si potrebbe anche dire che l’amore che vi chiama accompagna per strade che anche i piccoli possono praticare. In fondo chiede soltanto una cosa semplice: rimanete in me e io in voi (Gv 15,4).