Prima domenica di Quaresima, Milano – Duomo – 26 febbraio 2023

  1. Il grido, il pianto, il chiasso.

Forse qualcuno ascolta la terra, forse ci sono angeli che raccolgono i suoni prodotti dall’umanità mentre la terra gira e gira nell’universo sconfinato. Che cosa ascoltano gli angeli?
Il rumore dell’umanità è un gemito: il dolore è troppo grande, i disastri sono troppo catastrofici, la pena è troppo profonda. Il rumore dell’umanità è un gemito.
Il rumore dell’umanità è un grido: la gente è arrabbiata e sfoga la sua rabbia gridando, insultando, aggredendo con parole e violenza; la gente non vede progressi, non vede vie d’uscita, sente il peso della vita e non sa come alleviarlo e grida, grida e non sa chi l’ascolta, grida e non crede che ci sia chi possa e voglia prestare soccorso. Il rumore dell’umanità è un grido.
Il rumore dell’umanità è il chiasso di una confusione: si mescolano rumori di guerra e sconsiderate musiche di baldoria, si mescolano suppliche di poveri e volgari risate di ricchi, si mescolano assordanti macchine al lavoro e le chiacchiere vuote dei nullafacenti. La voce dell’umanità è un chiasso confusionario
Forse qualcuno ascolta la terra e è frastornato del grido, dal pianto dal chiasso.

 

  1. Il canto improbabile

Ma io credo che oggi gli angeli amici di Dio che sono in ascolto abbiamo motivo di stupore perché distinguono tra tutti l’elevarsi del canto improbabile dei figli di Dio.

Il canto improbabile canta della riconoscenza di coloro che non accolgono invano la grazia di Dio e celebrano oggi il mistero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione (2Cor 5,19). E così canta il canto improbabile: Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore (Sal 102). Il canto improbabile canta le lodi del Signore ed esalta l’opera di Dio e la sua gloria che riempie la terra: Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà (Is 58,8).

Il canto improbabile si innalza dalla santa liturgia che raduna i fedeli per spezzare l’unico pane e fa dei molti un cuore solo e un’anima sola e canta l’invito e la speranza: vi supplichiamo in nome di Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio! … vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio … ecco ora il momento favorevole … (cfr 2Cor 5,20ss). Voi che fate il segno della croce, lasciatevi riconciliare con Dio e riconoscete la grazia di essere fratelli; voi che vi sentite trafiggere il cuore dal canto dei ministri di Dio e del popolo cristiano, lasciatevi riconciliare con Dio e rallegratevi d’essere il popolo benedetto da Dio e condotto attraverso le tribolazioni della storia in cammino verso il regno che viene. Deponete le armi, contestate le armi, lasciatevi riconciliare con Dio! Vogliamo sfidare l’improbabile e cantare il canto della pace.

Il canto improbabile risuona nell’intimo del cuore di ciascuno e suggerisce il sussurro discreto che confida alle persone amate le parole che chiedono perdono, che offrono il perdono. Lasciatevi riconciliare con Dio e non tacete le parole attese dalla moglie, dal marito, dai genitori, dai figli, dai parenti, dalle persone vicine in ogni ambiente: abbiate la semplicità di chiedere scusa, di riconoscere il torto, di sorridere con benevolenza, di abbracciare un nuovo inizio. Il canto improbabile si innalza dalle famiglie che si lasciano riconciliare con Dio, dagli ambienti di lavoro, dalle case e dai condomini.

Il canto improbabile porta verso il cielo la parola amica che abbatte il muro di separazione tra chi ha troppo e chi non ha nulla, tra chi è sano e chi è malato, tra chi è cittadino e chi è straniero: non è piuttosto questo il culto gradito a Dio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? (Is 58,6ss).

 

  1. Siamo il popolo del canto improbabile.

Ecco come vogliamo cominciare la quaresima di questo anno, come il popolo del canto improbabile, il canto della pace, il canto della riconciliazione con Dio e tra i popoli, con Dio e nelle comunità, con Dio e nelle famiglie.
Mentre sembra che solo il grido, il gemito e il rumore possano risuonare sulla terra, noi vogliamo invece cantare la gioia di essere fratelli, la speranza della pace, la fiducia in Dio.
Siamo il popolo del canto improbabile.

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