VIA CRUCIS Zona pastorale II, Luino -14 marzo 2023.
- I capi del popolo lo deridevano
Sono di quelli che non pensano che devono morire: perciò hanno la cattiveria di deridere un uomo che sta morendo. Sono quelli che parlano per litigare, che usano le parole per ferire: perciò riducono al silenzio l’uomo che annuncia parole di vita eterna, l’uomo delle parole buone che incantano i semplici e consolano gli afflitti. Sono quelli che presumono di conoscere la legge e la volontà di Dio: perciò pretendono di condannare il Re dei Giudei.
Sono quelli che fanno della religione una formalità, un regolamento da osservare, uno strumento per giudicare gli altri: non possono sopportare la rivelazione di Gesù che invita ad adorare in spirito e verità, che manifesta la sua regalità nel servire, nel guarire, nel salvare.
Deridere, schernire, umiliare, fare polemiche: sono i linguaggi di chi non pensa che la vita è una cosa seria e la decisione è aprirsi alla vita o rassegnarsi alla morte.
Ecco chi sono: i capi del popolo lo deridevano.
- Anche i soldati lo deridevano.
Sono quelli che fanno della guerra un mestiere e della violenza una abitudine: perciò ritengono ridicola la mitezza e disprezzano la compassione e deridono colui che è mite e umile di cuore.
Sono quelli che l’abitudine ha reso insensibili e la complicità ha reso ottusi: perciò ritendono la verità una astrazione che non serve a nulla e soffocano le inquietudini della coscienza e non si domandano se quello che fanno sia bene o male. Se è condannato significa che è un delinquente.
Ecco chi sono: i soldati lo deridevano.
- Uno dei malfattori appeso alla croce lo insultava.
Quelli che hanno dentro una incontenibile rabbia: perciò anche in punto di morte gridano e insultano.
Quelli che vivono una vita sbagliata e sono posseduti da una specie di furia vogliono spaccare tutto, picchiano tutti: perciò anche il giusto ingiustamente condannato è oggetto di insulti.
Quelli che sono violenti perché hanno subito violenza, quelli che si sono sentiti rifiutati e disprezzati e perciò cercano vendetta e ricambiano con violenza e disprezzo.
- L’altro invece…
Qui è questione di vita o di morte: “Vorrei vivere, dammi vita, Signore!” prega l’altro crocifisso.
Questo è il momento decisivo, quello in cui una vita è salvata o è rovinata: “Vorrei essere salvato, non abbandonarmi Signore!” prega l’altro crocifisso.
Gesù ama in un modo che può essere solo da Dio, Gesù inaugura un regno che non è un potere che domina finché non va in rovina ed è dominato da un altro potere, Gesù conosce la via che porta alla pace e alla giustizia, la via del servizio e del perdono. Questo è il momento di decidere se essere sudditi o essere figli. “Vorrei essere figlio, vorrei tornare al Padre e ricevere il suo abbraccio e il suo perdono: ricordati ti me nel tuo regno, Signore!” prega l’altro crocifisso.
- La via crucis per imparare a pregare
Noi percorriamo la via della croce in sostanza per questo: per imparare a pregare come l’altro crocifisso.
Percorriamo la via della croce che porta alla morte per imparare la serietà della vita.
Non c’è tempo per essere stupidi, non c’è tempo per mettersi di fronte all’uomo che muore come gente che non pensa alla propria morte, non c’è tempo per mettersi di fronte all’uomo che soffre come se fosse uno spettacolo da guardare.
Questo è il tempo per decidere se vogliamo vivere o ci rassegniamo a morire. Il tempo per decidere se vogliamo lasciarci dominare dalla violenza, dalla presunzione, dalla rabbia, o se vogliamo essere liberati dall’amore che perdona, dal servire con lo stile di Gesù, dall’abbraccio del Padre che rende partecipi della sua vita.
Non c’è per nessuno una stagione per tirare avanti, per assestarsi nella ripetizione, per restare immobili nella presunzione dei capi del popolo, ottusi nella loro ideologia, per restare nella rassegnazione dei soldati, assuefatti a non pensare e a non ascoltare la propria coscienza.
Ma forse i giovani sono chiamati a vivere la giovinezza come il tempo per orientare la propria vita, per rispondere alla chiamata e alla promessa di Gesù: Oggi sarai con me nel paradiso.
I giovani e tutti celebriamo la via crucis per sentire l’importanza di questo “oggi”. Oggi puoi pregare, per chiedere a Gesù la parola che salva. Oggi puoi decidere se essere dominato dalla presunzione dei capi, dalla indifferenza dei soldati, dalla rabbia dei violenti o se invocare la parola che apre la via del paradiso, la via del regno di Dio, regno di amore, giustizia, pace.
Celebriamo la via crucis per portare la croce per le strade, per portarla fino a Lisbona, per farne il segno della via che vogliamo seguire.