Anche quest’anno servizi per 250 mila bambini in tutta Italia
Torna l’estate – la prima con meno paura quanto a Coronavirus – ed ecco il ritorno dei Centri estivi, ludici e ricreativi, l’offerta formativa specifica per questa stagione che in Italia ha tanti nomi (al Nord, dove sono in numero maggiore, si parla soprattutto di mini grest – diminutivo di gruppi estivi).
Promossi soprattutto dalle materne Fism insieme agli oratori parrocchiali, resi possibili anche da associazioni di volontariato giovanili, i vari “Grestini” – nati al fine di sostenere specialmente i genitori al lavoro dei bimbi della fascia 3-6 anni – rappresentano tappe di crescita non meno importanti di quelle che si snodano nei mesi precedenti. Moltissime e differenziate le esperienze che dalle Alpi alle Isole, grazie alle scuole della Fism, coinvolgeranno oltre 250 mila piccoli in attività ludico-motorie all’aperto, laboratori di creatività, riposo.
Come funzionano
La cifra, approssimativa, e dedotta, oltre che dal flusso delle iscrizioni, dal fatto che oltre la metà delle scuole saranno aperte anche nelle prossime settimane, è fornita da Giampiero Redaelli, presidente di Fism Nazionale, ovvero la Federazione che gestisce novemila realtà educative frequentate da circa mezzo milione di bambine e bambini e dove lavorano oltre quarantamila persone, fra educatrici e addetti: «Nella maggior parte dei casi i bambini sono affidati alle stesse insegnanti e al personale ausiliario operanti già durante l’anno scolastico, ma in più casi ci sono anche giovani volontari ben preparati: tutto per offrire nelle nostre scuola, anche d’estate proposte di eccellenza e garanzia di continuità educativa», afferma sottolineando che anche «l’attenzione ai cosiddetti servizi estivi è una delle prerogative del progetto educativo Fism, dove la dimensione educativa e ludica rientra fra quelle assolutamente da privilegiare e si concretizza in proposte di carattere artistico, linguistico, sportivo, di recupero».
Offerte che hanno costi non indifferenti, in parte tuttavia sopportati grazie a convenzioni o accordi specifici, specie con Comuni e Regioni, per poter contenere le rette di iscrizione come negli altri mesi dell’anno. Si tratta in ogni caso di uno sforzo corale di grandi dimensioni che vede insieme alle insegnanti giovani volontari.
Un aiuto dal Governo
«Come accaduto nell’estate 2020 che aveva già consentito di valorizzare le esperienze dell’educazione non formale e del terzo settore, anche il Governo quest’anno ha fatto la sua parte, rifinanziando il fondo per tutti i centri estivi mostrando attenzione alle esigenze delle famiglie con figli piccoli, intervento doveroso anche alla luce dei drammatici dati sulla povertà recentemente diffusi dall’Istat – spiega Redaelli -. A questo serviranno i 58 milioni di euro previsti dal Consiglio dei ministri, erogati ai Comuni da distribuire tenendo conto di tutta l’offerta delle scuole dell’infanzia, paritarie comprese, in molti paesi l’unico servizio per la fascia d’età tra 0 e 6 anni Auspichiamo che i Comuni sostengano questo impegno che aiuterà scuole e famiglie a vantaggio di tutti, e prima dei bambini».