In un messaggio inviato per la Festa della Repubblica, il Presidente ha fatto diretto riferimento alla guerra in Ucraina, ribadendo che nel 1946 il popolo italiano scelse di incamminarsi sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario

di Agensir

Il Capo dello Stato all'Altare della Patria (foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il Capo dello Stato all'Altare della Patria (foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

«L’Italia si muove per la pace». In un messaggio inviato al capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione della Festa della Repubblica, il presidente Sergio Mattarella ha voluto direttamente fare riferimento alla guerra che ormai da 99 giorni si consuma in Ucraina. Ricordando quanto accadde il 2 giugno del 1946, Mattarella ha ribadito che, con la scelta della Repubblica, il popolo italiano scelse di incamminarsi sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario come quello fascista. Una opzione che venne poi solennemente ratificata nella Costituzione. «Il nostro contributo – e in esso delle Forze Armate – alla causa della pace e della cooperazione internazionale si è caratterizzato con l’adesione al Trattato del Nord-Atlantico sottoscritto fra Paesi amanti della libertà, con la costruzione graduale e crescente della unità europea, con la partecipazione all’Onu e alle sue iniziative».

La pace si conquista

Nel suo messaggio, Mattarella sottolinea che di fatto, l’attacco russo ha cambiato il mondo. «L’attuale contesto internazionale – scrive ancora il Presidente – ci interroga profondamente su come sia possibile garantire oggi il bene indivisibile della pace. Le aggressioni ai civili, le devastazioni delle città nel cuore della nostra Europa, pensavamo appartenessero a un passato remoto, ma la drammatica cronaca di questi giorni ci ricorda come stabilità e pace non sono garantite per sempre. La pace non si impone da sola, ma è frutto della volontà e dell’impegno concreto degli uomini e degli Stati. Una pace basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; una pace basata sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi tra Nazioni; una pace basata sul rispetto dei diritti umani».

Il ruolo dell’Italia

Mattarella poi non ha mancato quindi di ribadire quanto sia importante il ruolo dell’Italia e della comunità internazionale che, in un contesto come quello attuale, «hanno un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo uniti, insieme. La nostra esperienza ci ha mostrato come si possa costruire una convivenza stabile e duratura, anche all’indomani di conflitti sanguinosi. Lo ribadiamo oggi mentre siamo a fianco dell’aggredita Ucraina. La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate, sulla base dei mandati affidati da governo e Parlamento, concorrono a questo compito. Come settantasei anni fa ribadiamo le ragioni che hanno spinto il popolo italiano, dopo le sofferenze di due guerre mondiali e della dittatura, a percorrere il lungo cammino verso uno Stato democratico, i cui valori di libertà, pace, uguaglianza e giustizia, diventarono i principi di supremo riferimento per i cittadini e il Paese».

Mattarella ha quindi concluso il suo messaggio facendo riferimento alle Forze Armate, definendole «protagoniste di questo percorso» e «risorsa preziosa in Italia e all’estero come evidenziato come evidenziato anche dalle vicende della gestione della pandemia».

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