Il Pontefice ha ricevuto in udienza la comunità della rivista, in occasione della pubblicazione del fascicolo numero 4000

Cività cattolica

«È un traguardo davvero unico: la rivista ha compiuto un viaggio nel tempo di 167 anni e prosegue con coraggio la sua navigazione in mare aperto”. Con queste parole il Papa, ricevendo oggi in udienza nela Sala del Concistoro, la comunità della rivista La Civiltà Cattolica, ha salutato la pubblicazione del fascicolo numero 4000.

«Restate in mare aperto!», la consegna di Francesco, secondo il quale «il cattolico non deve aver paura del mare aperto, non deve cercare il riparo di porti sicuri». «Soprattutto voi, come gesuiti, evitate di aggrapparvi a certezze e sicurezze – ha detto il Papa -. Il Signore ci chiama a uscire in missione, ad andare al largo e non ad andare in pensione a custodire certezze. Andando al largo si incontrano tempeste e ci può essere vento contrario. E tuttavia il santo viaggio si fa sempre in compagnia di Gesù che dice ai suoi: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”».

Prima di Francesco, avevano celebrato i numeri mille precedenti Pio XI (1892), Leone XIII (1933) e Paolo VI (1975). «Ben 12 pontefici hanno rivolto messaggi e discorsi direttamente ai padri scrittori della rivista nel corso degli anni – si legge nella rivista -. In questa occasione essi vengono pubblicati per la prima volta in Il coraggio e l’audacia. Da Pio IX a Francesco, un volume Rizzoli, corredato da una ricca introduzione storica».

Nata il 5 aprile 1850, La Civiltà Cattolica è praticamente un unicum nella storia delle riviste culturali. «La rivista – si legge in un comunicato -, scritta da sempre solo da gesuiti, ha vissuto un importante rinnovamento nella veste grafica già nel 2011 e quindi un succedersi di innovazioni legate alla sua presenza digitale. Gli scrittori nel frattempo sono cresciuti in numero e provenienza geografica e culturale».

L’11 febbraio il numero 4000 del periodico diretto da padre Antonio Spadaro uscirà con una veste grafica speciale e in cinque lingue (novità assoluta): in francese (Parole et Silence), inglese (Union of Catholic Asian News), spagnolo (Herder) e coreano (a cura della Provincia coreana dei gesuiti). La dimensione pluringuistica «non lascerà immutata l’identità stessa della rivista, proprio perché, avendo lettori in altre lingue, le istanze di altri Paesi e culture entreranno a far parte del suo cuore come mai prima».

Il fascicolo verrà presentato presso la sede della rivista in via di Porta Pinciana 1 a Roma, sabato 18 febbraio alle 18, con una tavola rotonda alla quale parteciperanno Giuliano Amato, Emma Fattorini e Andrea Riccardi.

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