Dalla questione orario allo spazio on line aperto dal ministro
di Alberto CAMPOLEONI
Continua il dibattito sulla decisione del governo di aumentare l’orario di cattedra dei docenti delle scuole secondarie, da 18 a 24 ore, “in cambio” di 15 giorni di ferie in più. Continua e registra ogni giorno di più le contestazioni non solo da parte del mondo della scuola, ma ora anche di qualche partito che annuncia di non poter votare la legge di stabilità se contiene norme come quelle sull’orario degli insegnanti
In effetti quello del governo Monti è un vero passo falso, indipendentemente da come andrà a finire. Come è già stato rilevato, la norma sugli insegnanti è certo dettata dalla necessità di tagli alla spesa, ma denuncia una considerazione della scuola e del corpo docente davvero scarsa. Alimenta il mito che gli insegnanti lavorino troppo poco, facendo naturalmente di tutte le erbe un fascio, e di fatto tratta la scuola, che è un settore decisivo per lo sviluppo e la civiltà di un Paese, come un’accozzaglia di rami secchi, da potare.
Non si fa così. Se poi chi è attento al mondo scolastico scopre la campagna appena avviata dal ministro Profumo con video online e spazio-blog sulla scuola, allora rimane sconcertato due volte (questo il link: http://www.portaascuolaituoisogni.it). «Porta a scuola i tuoi sogni», chiede il ministro al popolo della scuola e non solo. Lo fa con un video melenso in cui si passa da lavagna e gessetto alle nuove tecnologie e nel quale si parla di studio come amore (con un testimonial di eccezione come il cantautore-professore Roberto Vecchioni) e con un invito a studenti, insegnanti e a tutto il personale, «per raccontare le suggestioni sulla scuola». Un invito a intervenire in quello che immagina come uno spazio aperto al confronto e all’ascolto, «uno spazio per le idee e, perché no, per i sogni». Promettendo naturalmente di fare tesoro di quanto potrà leggere e augurandosi che «il discorso sulla scuola torni a essere il centro del discorso sul futuro del Paese».
Ma se il ministro ascoltasse davvero quello che gli scrivono diversi insegnanti che hanno preso la parola sullo spazio virtuale, soprattutto dopo la questione-orario, dovrebbe dimettersi. Certo, governare la scuola è questione complessa e rifugge dalle semplificazioni banali, però un ascolto autentico del mondo della scuola e degli insegnanti in particolare, chiederebbe ben altre determinazioni da parte di chi sta a Viale Trastevere. Sono belle le testimonianze che raccoglie internet e per certi versi molto rappresentative della passione e anche della delusione di chi a scuola entra tutte le mattine. Ecco, tra tantissime altre, alcune parole di una docente di una scuola superiore di Torino, che ha visto e ascoltato il video proposto dal ministro: «Belle le parole, bello il messaggio di speranza, bella l’idea di abbinare allo studio e alla scuola il concetto di amore. Ma questa carica emotiva è stata soffocata immediatamente da un forte senso di contraddizione. Come è possibile dire ‘cerchiamo con tutte le forze di cambiare quello che non va’, quando è proprio sulla scuola che si cerca sempre di risparmiare riducendo all’osso quelle risorse, economiche e non, già molto esigue?».
Questo è un nodo decisivo. Alla scuola affidiamo compiti alti, ci mettiamo passione, anche poesia, ma la prosa quotidiana è fatta di poche risorse, di scarsa considerazione sociale, di stipendi bassi, di burocrazia che avanza e chi più ne ha più ne metta. Non è questa la strada per far amare la scuola ai nostri giovani che dovrebbero uscirne amando – usiamolo il termine, anche qui si gioca l’educazione – di più se stessi, il Paese, la vita.