Torna la paura, insieme ai disagi per le forti nevicate. La voce dei vescovi e dei sacerdoti del territorio, le reazioni delle istituzioni

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A cinque mesi dal terremoto del 24 agosto, la terra continua a tremare nel Centro Italia. Ieri quattro forti scosse: alle 10.25 con magnitudo 5.1, alle 11.14 con magnitudo 5.5, alle 11.25 con magnitudo 5.4, alle 14.33 con magnitudo 5.0. Gli eventi sismici, i cui epicentri sono tra i Comuni di Montereale, Capitignano, Amatrice, Campotosto, Barete e Pizzoli, «sono risultati avvertiti dalla popolazione – ha informato la Protezione civile – e sono in corso tutte le necessarie verifiche per eventuali danni a persone o cose». Ai disagi per le forti nevicate si somma la paura in zone già colpite.

«La gente ha una comprensibile paura, ma reagisce con tenacia e dignità, virtù tipiche della gente di montagna», sottolinea l’arcivescovo de L’Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi. Ma «questo martellante sciame sismico mette le persone in difficoltà emotiva», riconosce monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti.

«Non sappiamo se ci sono stati danni, siamo bloccati dalla neve», dice don Luciano Avenati, parroco dell’Abbazia di Sant’Eutizio a Preci. Anche se la paura non manca mai, «siamo un po’ abituati» anche perché, «vivendo in roulotte o qualcuno ancora in tenda, la preoccupazione per la propria sicurezza è diminuita». «Sono state scosse forti, ma per ora non sappiamo di danni. Il grande problema adesso è la neve: in questo momento le scosse sono un problema secondario», ammette don Marco Rufini, parroco di Norcia. Riferisce don Claudio Tracanna, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi de L’Aquila e parroco di Santo Stefano Protomartire a Pizzoli: «Malgrado la neve molti sono andati in piazza, ma certo non si può restare al freddo. Tanti hanno scelto di stare in auto, altri nelle palestre o nei centri che i comuni hanno attrezzato già dal primo terremoto dello scorso agosto». Grazie all’allerta meteo per la neve, tra l’altro, «le scuole era già chiuse sia a Pizzoli, sia a L’Aquila».

«Ogni scossa aggrava le condizioni dei nostri concittadini, ma aumenta anche la determinazione a star loro vicini e ad aiutarli», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Il susseguirsi di scosse di tale entità sono fattore di allarme per le popolazioni. Stiamo monitorando minuto per minuto»: così il premier Paolo Gentiloni. «Siamo tutti italiani», l’espressione di solidarietà del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: «Metteremo a disposizione strumenti e aiuti che ci saranno richiesti. Non lasceremo sola l’Italia». Juncker ha assicurato che i costi del terremoto non verranno presi in considerazione nel calcolo dei parametri di deficit.

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