Riflessione dell’Arcivescovo sulla barbara aggressione in una chiesa della Normandia: «Recuperiamo il senso del vivere e cogliamo il senso del martirio». La «condanna radicale» di papa Francesco
«Il barbaro attentato di questa mattina in Francia, vicino a Rouen, produce in noi sgomento e violenta reazione. Solo nella preghiera riusciamo ad accettare un simile e più che disumano atto. In particolare ci addolora profondamente che un fratello sacerdote sia stato ucciso in occasione della celebrazione della Santa Messa e altri fedeli siano stati feriti»: inizia così la riflessione dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, rilasciata alla redazione del portale diocesano www.chiesadimilano.it in merito alla cruenta uccisione di padre Jaques Hamel, avvenuta oggi nel corso di un’incursione nella chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, in Normandia. I due assalitori, che inneggiavano all’Isis, hanno ferito anche un fedele e sono poi stati uccisi dalle forze speciali francesi.
L’Arcivescovo prosegue la sua riflessione ponendosi alcuni interrogativi: «Cosa possiamo chiedere al Signore della storia di fronte a questa vera e propria escalation di violenza che sta ormai attaccando l’Europa? Non c’è altra strada che riprendere subito, e attraverso un paziente lavoro educativo e culturale, un senso del vivere che ci consenta di affrontare il quotidiano, nelle sue elementari manifestazioni, sorretti dalla verità e dal bene». E ancora: «Come non cogliere in questa uccisione portata al cuore del cristianesimo il valore del martirio che regolarmente i cristiani celebrano nella Santa Messa? Esso ci dice, e lo dice a tutti e non solo ai credenti, come fare: il primo universale messaggio che scaturisce da questo folle gesto è che i cristiani, se sono veramente tali come è stato padre Jaques, già costruiscono il bene: non solo quello della Chiesa, ma della società intera». Scola è convinto: «Il primo contributo alla nuova Europa da parte dei cristiani è di essere se stessi. Le Chiese d’Europa devono tornare a essere espressione vitale di una vita bella, consapevoli della storia e abbandonate all’abbraccio della Trinità che attende ogni uomo e ogni donna nel “per sempre”».
«Non si può non dire una parola sulla necessità della rinascita europea – aggiunge il Cardinale -: servono uomini e donne – a livello di popolo – che aiutino le autorità istituite a trovare la strada di un senso per il nostro Continente. Migrazioni, integrazione, economia, finanza, politica, potranno essere mattoni per la casa europea solo se il senso del vivere in una società plurale, rispettosa di tutti, ma tesa al riconoscimento di ciò che è buono, verrà costantemente perseguito e documentato nell’attuazione di tutte le libertà. È questa l’unica strada per vincere le paure, ma alla lunga anche per battere il terrorismo».
Il pensiero finale è per l’ormai imminente Gmg: «Anche nel profondo dolore e nella grave angustia non possiamo non guardare alle centinaia di migliaia di giovani che si stanno recando a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù. Essi sono già questo nuovo senso dell’Europa che è in atto. Certamente ascolteranno e metteranno in pratica l’invito alla misericordia con cui profeticamente papa Francesco ci sta indicando un percorso di costruzione di Chiesa e di società».
La partecipazione del Papa
«Il Papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite». Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, in una nota sull’azione terroristica compiuta all’interno di una chiesa in Francia, con l’uccisione del parroco durante una funzione religiosa. «È una nuova notizia terribile – prosegue padre Lombardi -, che si aggiunge purtroppo a una serie di violenze che in questi giorni ci hanno già sconvolto, creando immenso dolore e preoccupazione».
«Seguiamo la situazione e attendiamo ulteriori informazioni per comprendere meglio ciò che è avvenuto. Siamo particolarmente colpiti – afferma padre Lombardi – perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa in Francia, alla Arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francese».
I fatti
Questa mattina due persone sono entrate nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, in Normandia, e hanno preso in ostaggio il parroco, due suore e due fedeli. Il parroco, padre Jacques Hamel (86 anni) è stato sgozzato dai due assalitori, mentre un parrocchiano è stato gravemente ferito e si trova tra la vita e la morte, secondo le prime informazioni date dal Ministero dell’Interno e riportate dal quotidiano cattolico La Croix. Poi i due killer sono stati uccisi dalle forze di polizia specializzate della Brigade de recherche e d’intervenction (Bri).
I due assalitori sarebbero entrati nella piccola chiesa alle 9.45, armati di coltelli, e sono intervenuti durante la Messa. L’allarme è stato dato da un’altra suora che ha potuto lasciare la chiesa. I due assalitori parlavano in arabo e inneggiavano allo Stato islamico: l’Isis ha poi in effetti rivendicato l’attenato. Il ministro dell’Interno Cazeneuve e il presidente della Repubblica Hollande si stanno recando a Rouen e l’inchiesta è stata affidata alla direzione antiterrorismo (Sdat) e alla direzione generale della sicurezza interna (Dgsi).
L’Arcivescovo di Rouen rientra da Cracovia
Il Vicario generale della diocesi di Rouen, Philippe Maheut, si è recato subito sul posto, in attesa dell’Arcivescovo, monsignor Dominique Lebrun, che si trovava con i giovani alla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia, ma che, venuto a conoscenza della tragedia, ha deciso di ripartire subito per la Francia.
«Grido a Dio, con tutti gli uomini di buona volontà. E oso invitare anche i non credenti a unirsi a questo grido – inizia così il messaggio inviato da monsignor Lebrun -. Con i giovani della Gmg preghiamo come abbiamo pregato sulla tomba di padre Popiulusko a Varsavia, assassinato sotto il regime comunista». Il Vescovo assicura: «Sarò questa sera nella mia diocesi con i familiari e con la comunità parrocchiale sotto choc». E aggiunge: «La Chiesa cattolica non può lasciarsi andare alle lacrime, ma si unisce in preghiera e continua a lavorare per la fraternità tra gli uomini. Lascio qui centinaia di giovani che sono l’avvenire dell’umanità, quella vera. Domando loro di non arrendersi alle violenze e di diventare apostoli della civiltà dell’amore».