Il Presidente della Repubblica è intervenuto alla commemorazione delle vittime dell’eccidio di cui ricorre il 40° anniversario

Foto Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica
Foto Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

Sulla strage di Bologna c’è «l’esigenza di piena verità, l’esigenza di giustizia, di verità completa che è stata perseguita con determinata e meritoria ostinazione dall’azione giudiziaria, dalla sollecitazione dei cittadini, dei familiari delle vittime contro ogni tentativo di depistaggio e di occultamento». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento a Bologna in occasione della commemorazione delle vittime della strage del 2 agosto 1980.

Il Capo dello Stato ha voluto esprimere «il dolore per le vittime, per tante donne, uomini e bambini assassinati dalla violenza del terrore stragista. Ognuna di queste persone aveva una storia, una prospettiva di vita, un futuro che è stato rimosso, sottratto loro e cancellato. È stata sconvolta la vita di molti familiari delle vittime», ha proseguito il Presidente, sottolineando che «questo ha indebolito il nostro Paese nella sua società, complessivamente, privandolo di storie di futuro dei suoi cittadini e di tante persone che erano qui in quel 2 agosto, come queste foto manifestano e ricordano».

«Questo dolore – ha aggiunto – non è estinguibile; è una ferita che non può rimarginarsi e che per questo motivo chiede ricordo. Il ricordo delle vittime, anzitutto, di quel che è avvenuto, per essere vigili, per evitare che si ripeta qualunque avvisaglia di strategie del terrore come quella che allora fu messa in campo». Mattarella ha anche ricordato la reazione di Bologna e dei bolognesi: «Una reazione immediata di soccorso per i feriti; una reazione civile, determinata, composta, con molta forza, a difesa della vita, della libertà, della democrazia contro lo stragismo e la strategia del terrore. Una reazione che è stata accompagnata da tutta Italia; una reazione che ha rafforzato la nostra democrazia e ha sconfitto lo stragismo e le sue strategie criminali».

«Si faccia di tutto perché la verità venga raggiunta in pieno»

«Si faccia di tutto, con impegno completo e senza alcuna riserva, perché la verità venga raggiunta in pieno», è il monito lanciato da Mattarella. Il ricordo delle vittime, ha sottolineato il Capo dello Stato, «sarebbe incompleto e inefficace se non accompagnato, come è stato fatto in questi anni costantemente dai familiari delle vittime e dall’Associazione che li rappresenta, dalla richiesta di verità piena».

Rivolgendosi a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Mattarella ha spiegato che «la mia presenza qui, caro presidente e rappresentanti dei familiari delle vittime, ha questo significato: partecipazione al dolore che rimane, per quanto avvenuto; solidarietà della Repubblica per questo dolore; ricordo, dovere del ricordo e della memoria, perché non si smarrisca mai la consapevolezza di quanto avvenuto e della sua gravità, e di quanto va impedito per il futuro; ribadire l’esortazione, la sollecitazione a sviluppare ogni impegno per la verità, con ogni elemento – documentale o non documentale – che possa contribuire a raggiungere pienamente la verità».

«Dolore, ricordo e verità piena: sono queste – ha evidenziato il Capo dello Stato – le sollecitazioni che raccolgo e che esprimo per solidarietà nei vostri confronti e nei confronti di Bologna, della città ferita, che non dimentica questa ferita e che ha reagito in maniera esemplare a quel che è avvenuto. È questo – ha concluso Mattarella – il significato della corona di fiori davanti alla lapide e del nostro breve incontro in questo luogo che raccoglie la memoria di quanto avvenuto: partecipare al dolore, ripetere il dovere della memoria e ripetere e ribadire l’impegno per la verità».

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