Aveva 60 anni. L’ottobre scorso fu colto da un’ischemia durante la registrazione di una puntata de “L’Eredità”. Già a dicembre il conduttore tornò alla guida del programma di Rai Uno, rete tv della quale dagli anni ’80 è diventato uno dei simboli
È morto nella notte, all’ospedale Sant’Andrea di Roma, il conduttore televisivo Fabrizio Frizzi. Aveva compiuto 60 anni lo scorso 5 febbraio. Volto sorridente della Rai, soprattutto di Rai Uno, rete tv della quale dagli anni ’80 è diventato uno dei simboli. Da “Europa Europa” a “I Fatti vostri”, da “Scommettiamo che…?” a “Luna Park” fino ai più recenti “Soliti ignoti” e “L’Eredità”, Frizzi ha attraversato gli ultimi decenni della storia televisiva italiana presentandosi sempre come «l’uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti». Così lo ricorda la Rai in una nota. Tra gli oltre 70 programmi tv condotti, anche diversi appuntamenti istituzionali come Miss Italia, Telethon e “Tutti a scuola”, appuntamento con il quale per oltre un decennio ha inaugurato l’inizio dell’anno scolastico alla presenza delle massime autorità della Repubblica e degli studenti provenienti da tutta Italia. Lo scorso 23 ottobre Frizzi fu colto da un’ischemia durante la registrazione di una puntata de “L’Eredità”. Dopo il ricovero al Policlinico Umberto I di Roma, dove rimase alcuni giorni, già a dicembre il conduttore tornò in tv, sempre alla guida del programma di Rai Uno. Riferendosi alla malattia, disse: «Non è ancora finita. Se guarirò racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando».
L’Unitalsi ricorda la sua umanità, dolcezza e semplicità
Fabrizio Frizzi è stato testimonial dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) fin dal 2001 ed ha prestato il suo volto e la sua disponibilità per la Giornata nazionale, l’evento più importante che l’Associazione organizza ogni anno e che coinvolge migliaia di volontari e ammalati in tutta Italia. La vicepresidente dell’Unitalsi, Amalia Mazzitelli, dice che Frizzi sarà ricordato per la sua «umanità, dolcezza, semplicità».
Baggio (Aiart): «Mai volgare o sopra le righe»
«Qualcuno lo ha definito erede di Corrado e lo stile misurato, cordiale, mai volgare o sopra le righe ha fatto del presentatore scomparso una presenza familiare e gradevole delle nostre case. Ci mancherà il suo sorriso accogliente e la sua voglia di far divertire, un professionista della buona tv». Così Giovanni Baggio, presidente dell’Aiart (Associazione italiana ascoltatori radio e televisione), ricorda Fabrizio Frizzi.
Padre Epifani (Cei): «Testimonial di tanti eventi benefici»
«Fabrizio Frizzi aveva uno stile di conduzione familiare, affidabile, che comunicava serenità e garbo. Una cifra della sua personalità e professionalità». Sono le prime parole che utilizza padre Gianni Epifani, membro dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei (Conferenza episcopale italiana), nell’apprendere la notizia della morte del conduttore Rai. Padre Epifani è anche il responsabile del programma ventennale di informazione religiosa su Rai Uno “A Sua Immagine” e della Santa Messa in tv. «Di Fabrizio Frizzi – prosegue padre Epifani – è bello ricordare come nella sua attività di conduttore abbia saputo trattare anche tematiche delicate, complesse, come la malattia, con grande rispetto e garbo. Questo lo ha dimostrato soprattutto nei tanti speciali di Telethon, con la capacità di accostarsi a chi soffre in maniera luminosa e positiva».