Oltre 13 milioni di italiani soffrono di insonnia, ma c’è anche chi dorme troppo e male. L’analisi di Giuseppe Didato (Istituto Besta) in occasione della Giornata mondiale del 17 marzo
di Bruno
Cadelli
Dormiamo poco e dormiamo male. Si potrebbe sintetizzare così la situazione nel nostro Paese in occasione della Giornata mondiale del sonno (17 marzo). L’Aims (Associazione italiana medicina del sonno) fotografa un quadro preoccupante: circa 13,4 milioni gli italiani soffrono di insonnia, ma il 46% non fa nulla per risolvere il problema.
«Sulla mia scrivania ho un’immagine di San Giuseppe mentre dorme. Quando ho una difficoltà scrivo un biglietto su un pezzo di carta e lo metto sotto la statua affinché possa sognarlo»: in occasione dell’Incontro con le famiglie a Manila nel 2015, papa Francesco raccontò così l’adorazione per il Santo. Il sonno fu determinante nelle vicende terrene del falegname di Nazareth e i numeri della Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano invitano a una riflessione: «Ogni anno abbiamo circa 500 pazienti a carico. I disturbi più frequenti tra i pazienti valutati sono l’insonnia (120 pazienti all’anno) e disturbi respiratori in sonno (circa 230 pazienti all’anno)», spiega il dottor Giuseppe Didato, responsabile del Centro di Medicina del Sonno presso il Besta.
Dottor Didato, è giusto dire che ci sono disturbi del sonno più o meno gravi?
Può essere giusto se per gravità intendiamo anche le conseguenze e i sintomi del disturbo. Il disturbo del sonno di per sé non è limitato al semplice fatto di dormire poco o male. Si hanno disturbi del sonno quando si dorme meno (l’insonnia), oppure disturbi in cui si dorme troppo (ovvero le ipersonnie). La patologia che fa parte delle ipersonnie per antonomasia è la narcolessia, ovvero quando si ha difficoltà a mantenere la veglia nonostante un sonno notturno sufficientemente adeguato. A soffrire di insonnia sono soprattutto le donne, in particolare durante e dopo la menopausa.
Prima parlava di disturbi respiratori nel sonno. Ci può dire qualcosa in più?
Sono le cosiddette apnee, in cui c’è una discontinuità nel respiro notturno. Di solito sono gli uomini a esserne maggiormente soggetti. Il sangue si ossigena meno, si verifica un risveglio di pochi secondi e il sonno viene interrotto. Questo avviene spesso in modo inconsapevole, perché i risvegli sono brevi e non si raggiunge il livello di consapevolezza. Al mattino seguente quindi si avverte una sensazione di sonnolenza.
Cosa sono invece le parasonnie?
Si tratta di disturbi caratterizzati da movimenti o comportamenti per lo più tipici dello stato di veglia, ma che si presentano in modo atipico in sonno. Camminare, parlare, gridare, a volte anche comportamenti più complessi (come cucinare o uscire di casa), senza serbarne ricordo. Abbiamo le parasonnie del sonno non-Rem, per esempio il sonnambulismo, più tipico negli adolescenti o giovani adulti. E poi le parasonnie del sonno Rem, come il disturbo comportamentale in sonno Rem, nel quale le persone mettono in atto i movimenti dei sogni che stanno facendo: si tratta di un disturbo più tipico di soggetti di età maggiore di 50 anni e può precedere di alcuni anni l’insorgenza di malattie neurodegenerative, in primis la malattia di Parkinson.
Quali sono i comportamenti da evitare prima di dormire?
Queste regole di comportamento vengono definite come norme di igiene del sonno. Non si dovrebbe svolgere attività fisica prima di dormire e in generale evitare anche tutte le attività mentali risveglianti. Niente sport, niente tablet e nemmeno stare davanti agli schermi del cellulare. La luce degli schermi inibisce la produzione di melatonina, ormone che serve a iniziare e mantenere il sonno.
Sono i giovani a soffrire sempre più per i disturbi del sonno?
Recenti studi dimostrano come i disturbi del sonno nell’età pediatrica e nell’adolescenza siano un problema emergente. Questo è dovuto principalmente a motivi di ordine comportamentale.