Per i cattolici italiani l’appuntamento di Torino sarà un’occasione preziosa per ritrovare quello slancio d’investimento collettivo che oggi sembra mancare
di Francesco BONINI
Agenzia Sir
A Torino, vent’anni fa, nel pieno della crisi politica e morale della (prima) Repubblica, la Settimana Sociale aveva come tema l’identità italiana. Era il 1993, nel pieno di Tangentopoli e delle pulsioni secessioniste. Si era scelto di andare al cuore del problema italiano, per articolare una parola chiara, ma rasserenante, per invitare tutti a investire sulla politica e la società, in un momento caotico: “Identità nazionale, democrazia e bene comune”, scandiva il titolo, che definiva un percorso. Il prossimo anno, nel vivo di un’altra crisi, economica, politica e morale, il tema sarà la famiglia, speranza e futuro della società italiana, senza retorica, ma con realismo. È un’ottima scelta. Che dimostra che, se possibile, la sfida è ancora più radicale. Verte ormai sui fondamenti.
Le sfide, comunque, vanno raccolte, perché il dibattito pubblico tenga conto della realtà delle cose e non si avviti in una certa ideologia soffice e disgregante, che secondo taluni potrebbe svolgere funzioni di narcotico di fronte alla crisi economica e all’impoverimento collettivo. In realtà il processo da innescare è esattamente il contrario. Bisogna assolutamente irrobustire e sviluppare quelle realtà che possono diventare base d’investimento e, dunque, di sviluppo di tutto il corpo sociale. A partire dalla famiglia.
Ci sono, allora, le questioni propriamente sociali, il lavoro e la sua organizzazione, le politiche di sostegno, cioè la fiscalità, la cura degli anziani, la natalità, la condizione della donna, l’educazione. La famiglia è al crocevia delle politiche pubbliche. E c’è, al fondo, proprio il grande tema dell’identità della famiglia, «come cellula primaria e fondamentale della vita sociale, portatrice di diritti – a partire dalla libertà educativa –, risorsa da sostenere e da cui ripartire per dare speranza anzitutto ai giovani». Nel dibattito pubblico si tende a parlare di famiglie al plurale, ma giustamente la nostra Costituzione si ostina a ricordarci che famiglia non può che essere quella fondata su matrimonio tra uomo e donna.
Insomma, tanto dal punto di vista della concretezza della vita, che da quello, non meno essenziale, del quadro generale culturale, morale, politico e costituzionale di riferimento, la famiglia è in prima linea. È aperto un grande dibattito sulla famiglia, nel quale i cattolici italiani debbono stare dentro, con serenità, con decisione, con amore. Senza dimenticare l’orizzonte più vasto, europeo e mondiale.
Così la 47ª Settimana, di un percorso più che centenario, nella forma largamente partecipata, della sua preparazione, della sua celebrazione, dei suoi esiti, già sperimentata in particolare nell’ultima edizione di Reggio Calabria, può rappresentare un’occasione preziosa per voltare pagina e ritrovare, sulla famiglia e per la famiglia, quello slancio d’investimento collettivo che oggi sembra mancarci, ma che è largamente alla nostra portata.