Il parere dell’ente ecclesiale sulla normativa di protezione approvata definitivamente dalla Camera il 29 marzo: «Un passo decisivo se continua a prevalere il superiore interesse del minore»

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«Per la prima volta il diritto di protezione di un minorenne straniero viene riconosciuto con una legge dedicata; inoltre si mette ordine nelle procedure di accoglienza e se ne riequilibrano gli oneri tra Enti locali e Stato centrale; infine, ma non da ultimo, si riconosce un ruolo ai cittadini e alle famiglie. Non resta quindi che auspicare che i decreti attuativi allochino risorse adeguate e identifichino anche standard appropriati affinché le intenzioni del Legislatore possano trovare una piena ed efficace traduzione nella realtà»: questo il parere di Caritas Ambrosiana sulla legge per la protezione dei minori stranieri non accompagnati, approvata definitivamente dalla Camera lo scorso 29 marzo.

Tra i diversi punti positivi della nuova normativa, l’ente ecclesiale sottolinea innanzitutto l’importanza del divieto di respingimento per il minore straniero non accompagnato in virtù dello stato di particolare vulnerabilità dovuto proprio al periodo della vita in cui si trova il soggetto: un principio di civiltà che finalmente equipara i minori a prescindere dalla loro provenienza geografica.

Rappresenta una garanzia a tutela del minore, inoltre, il fatto che la legge preveda una prima accoglienza in un ambiente idoneo (strutture distinte da quelle per adulti e con un limite di permanenza al massimo di 30 giorni) e definisca anche una procedura di identificazione e accertamento dell’età realizzata da professionisti adeguatamente formati e alla presenza di mediatori culturali.

Oltre che nella prima fase di identificazione, si fanno decisivi passi avanti anche nella seconda fase di accoglienza e integrazione. La normativa identifica quale canale privilegiato lo Sprar: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati cofinanziato da enti locali e Ministero dell’Interno. Secondo Caritas Ambrosiana una decisione corretta, perché consentirà almeno in parte di sollevare gli Enti locali dai costi dell’accoglienza che oggi fanno affidamento esclusivamente sulle loro capacità finanziarie, a patto però che vengano assicurati adeguati standard di qualità, prevedendo per esempio che i nuovi centri di accoglienza dedicati ai minori non accompagnati abbiano un numero di posti congruo alle caratteristiche degli ospiti, impieghino operatori con professionalità adeguata, garantiscano un presidio educativo per tutto l’arco della giornata.

Ancora: la nuova legge incentiva l’affido come strumento di accoglienza. Secondo l’ente ecclesiale si tratta di un passaggio decisivo, perché riconosce nella famiglia il luogo ideale per la crescita dei minori, quindi anche di quelli stranieri che hanno dovuto lasciare le famiglie naturali nel Paese di origine, a seguito di una adeguata valutazione condivisa. Anche l’identificazione della figura del tutor volontario va nella direzione di una maggiore salvaguardia del minore.

Secondo Caritas Ambrosiana il coinvolgimento delle famiglie e dei cittadini nei processi di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è un fondamentale incentivo all’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile, che va però integrato all’interno dei percorsi istituzionali attualmente in essere e accompagnato da un’attenta azione formativa dei soggetti coinvolti.

Tra le conquiste della nuova legge Caritas Ambrosiana individua anche l’attenzione peculiare posta ai minori stranieri non accompagnati vittime di tratta e l’esplicita possibilità di un’estensione dei percorsi di accoglienza fino al 21° anno di età.

Secondo Caritas Ambrosiana la nuova legge rappresenta dunque un avanzamento generale dei diritti per una categoria particolarmente vulnerabile. Un passo in avanti che ora attende le adeguate coperture finanziarie perché possa proseguire in percorsi concreti.

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