Lo ha affermato il Presidente del Servizio Cei nel corso della giornata di studi a Roma su «L’indagine previa»
di Emanuela
Vinai
Agensir
«Questa giornata di studio sull’indagine previa si inserisce in quelle cinque azioni che vescovi italiani hanno approvato nell’Assemblea generale del maggio scorso e che prevedono una serie di attività per contrastare il fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili». Lo ha spiegato monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei, nel corso della giornata di studi su «L’indagine previa» a Roma, aperta dal suo saluto inaugurale, nel quale ha ricordato come il Servizio sia da pensare come «un servizio pastorale alle diocesi, in modo che ci sia un’attenzione vera per scongiurare questo peccato e reato gravissimo che è l’abuso».
«La partecipazione così numerosa, superiore a quanto ci aspettavamo – ha dichiarato monsignor Ghizzoni -, indica una necessità di formazione su questi temi: sta crescendo la sensibilità per rendersi più competenti. Dobbiamo aver presente che, prima di agire contro gli abusi, è necessario valutare attentamente le segnalazioni che arrivano nei Centri di ascolto, ormai diffusi in quasi tutte le diocesi italiane. È questo un momento molto delicato, che ha bisogno di esperti ben formati, così da non lasciarsi sfuggire elementi utili e verosimili».
«Quello dei Centri di ascolto è un servizio pastorale, che non si sostituisce in alcun modo alla denuncia presso le autorità giudiziaria – ha ribadito il presidente del Servizio -. Con i Centri di ascolto diamo assistenza, accoglienza, ascolto alle persone che vi si rivolgono e che troveranno sempre le porte aperte».