Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del suo predecessore sulla Cattedra di Ambrogio e Carlo

tettamanzi martini

Mi pare di rivederlo, il carissimo Card. Martini, come al nostro ultimo incontro del 22 agosto u.s. a Gallarate, con un’indomita volontà di lottare per la vita, sino in fondo e insieme affidato con straordinaria serenità alla volontà del Signore.
Sapendo della gravità della situazione ho ricevuto con particolare intensità spirituale la sua benedizione, impartita, come al solito, con grande calma e con gli occhi socchiusi.
E come non ricordare la benedizione che Lui ha voluto da me, Lui che mi ha consacrato Vescovo e che è stato il predecessore sulla Cattedra di Ambrogio?
Sì, l’uomo della Parola: studiata, insegnata, resa guida del cammino pastorale e strumento della vita spirituale; Parola offerta a tutti: ai credenti e a tutti gli uomini di buona volontà.
Una parola necessaria – preziosa poiché proveniente dall’Alto – per affrontare e sciogliere tutti i problemi del cuore umano e della società.
E poi l’orizzonte europeo e mondiale della sua parola e del suo servizio con la libertà e la responsabilità di chi ama la Chiesa e la sua missione di salvezza, oggi in particolare.
E quel Pastorale “pesante” di cui mi ha parlato il settembre 2002 che ha trovato il suo coronamento nel periodo della malattia e della sofferenza: un peso che diviene ora un’intercessione dal cielo per tutti noi, uomini bisognosi di credere in Cristo e trovare in Lui pace, speranza, coraggio e gioia vera!

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