Nel 2009 lo sgombero della baraccopoli: oggi 73 famiglie rom in casa, donne e uomini lavorano, ragazzi alle superiori. In una serata la Comunità di Sant'Egidio fa il punto sulla situazione

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Il 19 novembre 2009 400 rom romeni venivano sgomberati dalla baraccopoli di via Rubattino a Milano. In un clima ostile e di “caccia all’uomo”, diversi bambini arrivarono a essere sgomberati 20 volte in un anno, costretti a cambiare 8 scuole in tre anni. La Comunità di Sant’Egidio, insieme a tanti cittadini della zona (“Mamme e maestre di Rubattino”), reagì con azioni solidali, come le insegnanti che ospitarono gli alunni sgomberati.

Il 19 novembre 2019 la quasi totalità di quelle persone (73 famiglie) vive in casa, è finito il tempo delle baracche e dei topi; in ogni nucleo almeno un adulto lavora; il 100% dei minori frequenta le scuole dell’infanzia, primarie e medie, molti ragazzi studiano alle superiori e fanno volontariato.

Alla vigilia della Giornata dei diritti dell’infanzia, martedì 19 novembre, alle 20.30, presso CAM Garibaldi (corso Garibaldi 27), la Comunità di Sant’Egidio invita alla serata «I Rom di Via Rubattino 10 anni dopo. Immagini, video e racconti di un’integrazione possibile». Persone rom porteranno la loro testimonianza. Interverranno l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e Milena Santerini dell’Università Cattolica e Comunità di Sant’Egidio; coordinano Stefano Pasta, Assunta Vincenti, Flaviana Robbiati e Elisa Giunipero. Sarà proiettato il video Mi sembra che è un sogno.

La vicenda dei rom di Rubattino rappresenta uno dei maggiori casi di superamento della baraccopoli e di accesso alla casa, tra i più significativi percorsi di integrazione di famiglie rom in Italia. È stato realizzato interamente da persone che hanno operato a titolo gratuito e volontario (gli operatori della Comunità di Sant’Egidio e i tanti cittadini che si sono uniti in questa catena di solidarietà).

Spiega la Comunità di Sant’Egidio, che in questi anni ha coordinato le azioni solidali di tanti milanesi: «Dieci anni di amicizia ci dicono che tanti muri sono stati abbattuti, tante cose che ritenevamo impossibili sono diventate la normalità: è normale che un ragazzo finisca le medie e si iscriva alle superiori, è normale che due amici rom e non rom escano insieme a Milano che è la città di entrambi, è normale che un anziano milanese sia accudito da una donna rom. È diventato normale che persone tanto diverse si sentano parte della stessa famiglia. E’ stata un’amicizia che ha chiesto di cambiare a tutti, ai rom e ai non rom». E ancora: «Nel 2009 attorno a famiglie e persone rom ci siamo legati e, negli anni successivi, abbiamo legato altri, mostrando come la solidarietà possa essere contagiosa. La vicenda di via Rubattino sconfigge la rassegnazione e ci insegna che è più bello per tutti – rom e non rom – vivere gli uni insieme agli altri e non gli uni contro gli altri».

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