La Comunità critica sulla mozione approvata dal Consiglio regionale: sono altre le azioni necessarie
La Comunità di Sant’Egidio esprime forte preoccupazione e disappunto in merito all’approvazione da parte del Consiglio regionale lombardo della “Mozione concernente il censimento residenti e insediamenti campi rom presenti in Lombardia, la chiusura dei campi irregolari, il contrasto all’accattonaggio e il sostegno all’obbligo scolastico” (n. 24 del 3 luglio 2018).
Contiene una serie di proposte finalizzate all’elezione di un “gruppo bersaglio”, in linea con le dichiarazioni del Governo nazionale a proposito di un censimento etnico, già significativamente contestato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane e che richiama quello ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato nel 2011.
Nella mozione si chiede di svolgere un censimento anche gli abitanti dei campi regolari: è inutile sprecare risorse economiche per dati che già i singoli Comuni conoscono.
Anche le parole utilizzate contraddicono la realtà. Si utilizza il termine “nomadi” per persone che nella stragrande maggioranza non praticano il nomadismo: a titolo di esempio, oltre la metà dei rom abitanti nei campi di Milano sono nati a Milano. Diverse raccomandazioni, a partire dal “Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di Rom, Sinti e Caminanti in Italia” del Senato (2011), mostrano gli effetti negativi dell’uso di un linguaggio errato.
La Comunità di Sant’Egidio opera a favore delle famiglie rom e sinti da diversi decenni, rivolgendo una particolare attenzione alla scolarizzazione.
La Lombardia potrebbe fare molto per favorire il benessere dei minori, cambiando radicalmente alcuni provvedimenti approvati dalla Regione negli ultimi anni. Nelle scorse settimane molti bambini rom e sinti, che vivono in situazioni di povertà ma frequentano le scuole secondarie, sono stati esclusi dalla Dote Scuole, un aiuto economico regionale finalizzato all’acquisto di libri di testo e materiale scolastico, in quanto non residenti poiché senza casa e/o figli di disoccupati. Per le stesse ragioni si viene esclusi da aiuti alla prima infanzia e alla maternità, dalla Dote Sport per favorire la pratica sportiva e corsi professionalizzanti per gli adolescenti.
Nella mozione approvata dal Consiglio regionale vi è una “grande assente”: la “Strategia Nazionale di Inclusione per Rom, Sinti e Caminanti”, approvata nel 2012 e di fatto sostanzialmente inapplicata. Indica la strada per superare le discriminazioni e i problemi sociali relativi ad alcuni insediamenti, individuando quattro aree di azione (Scuola, Salute, Lavoro, Casa). Nel 2012, con quel documento strategico, il Governo chiedeva alle singole Regioni di istituire tavoli per l’elaborazione di Strategie regionali. A sei anni di distanza, la Lombardia non l’ha ancora istituito, a differenza di altre Regioni.