Eletto dal Consiglio provinciale, guiderà l’associazione per i prossimi 4 anni: «Ci confronteremo per progettare come vivere ancora oggi la fedeltà ai lavoratori, alla democrazia e al Vangelo»
Andrea Villa è il nuovo presidente provinciale delle Acli di Milano, Monza e Brianza. È stato eletto dal Consiglio provinciale martedì 13 ottobre, nella prima seduta dopo il Congresso che si è svolto lo scorso 3 ottobre.
Nato nel 1973 a Luino (Varese), è cresciuto a Roma prima di trasferirsi nel 1987 a Buccinasco (Milano). Perito informatico, obiettore di coscienza al servizio militare, imprenditore sociale, è sposato con Simona e padre di Marta.
Iscritto alle Acli dal 1989, è stato membro della segreteria milanese e dell’assemblea nazionale dei Giovani delle Acli. Negli anni Novanta è stato tra i fondatori del circolo Acli “Il sogno”, della bottega equa Justo Mondo e del Bem Viver Cafè Acli nel Corsichese, oltre che tra i fondatori e coordinatore del progetto di volontariato internazionale “Un sorriso per la Bosnia – Ipsia”.
Professionalmente si è occupato di housing sociale all’interno del Ccl (Consorzio di abitanti Acli-Cisl), e poi di cooperazione sociale: è stato presidente del Ccsl (Consorzio cooperative sociali e di lavoro Acli-Cisl) e della coop sociale Ripari. Negli ultimi anni ha assunto anche la guida del Caf Acli Milano e delle società per il turismo sociale delle Acli milanesi. È componente del consiglio di Federsolidarietà Milano Navigli di Confcooperative e del Forum del Terzo Settore milanese.
«Oggi più di ieri – ha detto il neo presidente subito dopo l’elezione- c’è bisogno di organizzazioni sociali, tra cui le Acli, che costruiscano e si prendano cura delle relazioni all’interno delle nostre comunità, sia nella dimensione istituzionale, sia in quella interpersonale. E che lo facciano alleandosi reciprocamente le une con le altre. La priorità dei prossimi anni sarà questa: confrontarci, sperimentare, verificare e sostenere l’offerta di percorsi di protagonismo sociale per i nuovi associati, luoghi per mettersi a servizio, per creare socialità, per riflettere sulla società, per accompagnare l’emancipazione sociale di categorie di persone a rischio esclusione, per approfondire la nostra dimensione di laici cristiani adulti».
«È un onore e una responsabilità grande la guida di un’associazione come le Acli, di fronte alla quale non posso che sentirmi inadeguato – ha aggiunto -. Ma è una responsabilità che diviene accettabile nella consapevolezza che insieme a me ci saranno, con la loro competenza e passione, tutti gli amici con cui ho condiviso sogni, fatiche, lavoro e responsabilità. La via per giungere alla sapienza è l’amicizia, ci scrive il nostro Arcivescovo nella Proposta pastorale di quest’anno: “La conversazione tra amici si distingue dalla chiacchierata ordinaria fatta di banalità, ma si distingue anche dalla proclamazione solenne. La conversazione è il parlare che pone domande e ascolta risposte, senza affrettarsi alle conclusioni, prendendo sul serio le parole dette e meditandoci sopra per entrare in profondità”. In questa logica, con la nuova presidenza ci confronteremo per progettare come le Acli possano ancora oggi vivere la fedeltà ai lavoratori, alla democrazia e al Vangelo, che possiamo riassumere nella fedeltà ai poveri. Che non è fare per i poveri, non è nemmeno rappresentare i poveri, ma è, come ci dicevano Freire e Danilo Dolci, agire in modo da restituire potere ai poveri e agli esclusi».