Redazione
Un vero e proprio “segno dei tempi” può essere considerato il volontariato, indice di una presa di coscienza più profonda e viva della solidarietà che lega reciprocamente gli esseri umani.
Le motivazioni che inducono al volontariato sono tante. Ma il cristiano ne possiede una in più: il desiderio di mantenersi fedele al proprio Dio e al Vangelo, attraverso un servizio ai fratelli che si concretizza in particolare nel volontariato sanitario e, più genericamente, nel volontariato pastorale.
Così, accanto alle forme benemerite di volontariato socio-sanitario svolte da gruppi, associazioni e movimenti che operano sia a livello territoriale che istituzionale, la Chiesa desidera promuovere e potenziare una presenza specifica di volontariato pastorale, formato da persone motivate e impegnate a irradiare lo spirito del Vangelo e i valori della tradizione cristiana nel mondo della salute.
Chi opera nel volontariato pastorale trova quindi il suo semplice ma solido fondamento sull’esempio di Cristo, sullo spirito del Vangelo e nella comunione con la Chiesa. Un orizzonte spirituale permea la sua prospettiva e il suo servizio. L’individuazione dei chiamati al “volontariato pastorale” spetta alla comunità parrocchiale, quale primo luogo di formazione e sostegno spirituale.
Per un volontariato, appunto, che non sia frutto di semplice spontaneismo, ma sappia coniugare desiderio di bene e giusta preparazione, psicologica e umana.
Inevitabilmente, il volontario che opera in ambito sanitario gioca il suo ruolo maggiore nel campo dell’assistenza, intesa come stare con: egli dà al malato la sicurezza che qualcuno gli è sempre accanto, vicino, espressione di una cura pensata e gestita in maniera organica, frutto del desiderio di portare a guarigione, certo, ma prima ancora della necessità del prendersi cura.
Il volontario cristiano coniuga al meglio alcuni verbi che dicono la relazione interpersonale: egli ascolta, perché si lascia abitare dalle parole e dal silenzio dell’altro; accoglie, perché sa essere con, sa essere per, sa essere in; è colui che accompagna, perché tiene per mano il sofferente, promuovendone, valorizzandone e propiziandone il cammino; e annuncia, perché porta con sé la vita e fa risuonare la buona notizia della speranza.
L’itinerario della formazione al volontariato sanitario è spesso faticoso e troppe volte giocato in una dimensione quasi esclusivamente esperienziale. La pastorale della salute mette oggi a disposizione delle parrocchie, attraverso i preposti organismi diocesani, strumenti concreti perché anche in questo campo sia avviato un cammino di adeguamento alle esigenze di una società complessa come la nostra.




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