Nel suo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera papa Francesco invita i giovani a immaginare un futuro che abbia insieme i tratti della promessa e del progetto a partire dal dono dello Spirito. Con gli adulti chiamati invece a testimoniare loro la bellezza della fede
di Claudia
CIOTTI
Direttrice Centro diocesano vocazioni
Domenica 25 aprile si celebra la 58ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Lo scorso 19 marzo, nella festa di San Giuseppe, papa Francesco ha consegnato alla Chiesa il messaggio dal titolo «San Giuseppe, il sogno della vocazione». Il Papa ci invita a pensarci come figli adulti, chiamati a generare vita: «A questo tendono le vocazioni: a generare e rigenerare vite ogni giorno. Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuori di madri: cuori aperti, capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze».
Queste parole risuonano nel tempo che stiamo vivendo: drammatico, doloroso, inedito. Come parlare oggi di vocazione? Assistiamo spesso a discorsi sui giovani che tendono a descriverli come vittime di un sistema che ha rubato loro il futuro, oppure li si rabbonisce favorendo un loro ristagno in obiettivi di piccolo cabotaggio, benessere immediato e consumo di beni. In entrambi i casi si sottostimano i giovani, e li si costringe in un orizzonte limitato.
Il Papa usa un altro linguaggio: li invita a immaginare un futuro che abbia insieme i tratti della promessa e del progetto. Una promessa di compimento che non viene da noi, ma da Dio; e un progetto che è sempre anche frutto della libertà umana, fatta di intelligenza, passione, forza, dedizione. Cos’è una vocazione, se non una vita che si snoda dentro questa dinamica esistenziale? Promessa di Dio e progetto umano si incontrano in un dialogo in cui la risposta è una vita vissuta come vocazione. Qualunque forma essa assuma.
Papa Francesco con il «sogno della vocazione» ci provoca a ritrovare la radice del rinnovamento di cui abbiamo bisogno: è lo stesso cuore umano, quando è aperto al soffio dello Spirito di Dio. Ci ricorda le parole del profeta: «Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (Gl, 3,1). È bello questo incontro tra generazioni: nessuno può sostenere il senso della storia se non dentro un’alleanza tra generazioni, e delle generazioni con il Dio che ci è Padre. Dentro i sogni degli anziani dal cuore giovane, possono nascere le visioni di giovani «saldi nella fede».
Ai giovani, dunque, il compito di elaborare visioni, di immaginare il futuro, non in modo arbitrario, ma a partire dal dono dello Spirito che Dio non fa mancare alla sua Chiesa. Ma noi adulti sapremo testimoniare loro in modo credibile la bellezza della fede? Solo riscoprendo la dimensione testimoniale della fede troveremo la risposta all’emergenza educativa, rimettendo in relazione feconda le generazioni.
Il Centro diocesano vocazioni raccoglie i responsabili delle diverse espressioni ecclesiali e vocazionali e favorisce uno spazio di dialogo perché la Chiesa tutta cresca al servizio del vangelo della vocazione.
L’annuale Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ci ricorda che non esiste vocazione al di fuori della relazione con il Signore e che nella preghiera autentica possiamo discernere la verità di un cammino personale e comunitario. Ogni vocazione non nasce dunque solo dal sogno, ma diventa servizio alla comunità cristiana e al mondo e si sostiene nella fedeltà di Dio.
Alla pagina web del Cdv è possibile trovare materiale utile per la preghiera personale e comunitaria.