Edito da Marietti nel 60° di fondazione della Filmoteca Vaticana, il nuovo volume è al centro di un incontro organizzato dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e dalla Veneranda Fabbrica del Duomo in San Gottardo in Corte. Intervista all’autore

di Stefania CECCHETTI

Monsignor Dario Edoardo Viganò
Monsignor Dario Edoardo Viganò

Il cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana è il titolo del nuovo libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, che verrà presentato a Milano venerdì 6 dicembre, alle 11, in occasione del 60° di fondazione della Filmoteca Vaticana. Parla l’autore.

Monsignor Viganò, quali sono i contenuti del suo volume?
Il libro è il frutto di una ricerca su archivi: da quello Apostolico Vaticano a quello della Gendarmeria. Si tratta di ricostruire la storia delle politiche della Santa Sede relativa al cinema per comprenderne la portata e, soprattutto, per capire come si sia giunti alla costituzione della Filmoteca Vaticana con Giovanni XXIII. E si scopre che centrale è la figura di Giovanni Battista Montini, allora Sostituto della Segreteria di Stato. Fu lui a dipanare, ad esempio, le tensioni circa le commissioni pontificie del cinema prima della costituzione della Filmoteca: infatti era presente una forte polarizzazione tra chi voleva un centro di controllo clericale e chi, come Montini, guardava a tali commissioni come luoghi di studio e di riflessione. Le valutazioni morali venivano chiesti agli uffici delle Chiese locali e per l’aspetto più propriamente di coordinamento delle iniziative e attività cinematografiche esisteva un’organizzazione internazionale (Ocic). Un aspetto interessante che emerge dagli archivi sono le bolle di carico e scarico dei film “provenienti dall’Appartamento” già all’epoca di Pio XII. Dunque il Pontefice riceveva in dono alcuni film o documentari che probabilmente anche vedeva.

All’incontro milanese verrà presentato anche l’omonimo webdoc a puntate. Di cosa si tratta?
È un’iniziativa realizzata da Vatican Media del Dicastero e da Officina della comunicazione. Si tratta di una serie di piccoli documentari attraverso i quali si racconta la Filmoteca, il deposito, la storia del rapporto tra i Papi e il cinema. A proposito di quest’ultimo aspetto, oltre a Leone XIII e alla sua prima benedizione al cinema nel 1896, va ricordato un Pontefice della nostra terra ambrosiana, Pio XI, che in occasione del Giubileo straordinario del 1933 ha istituito una Pontificia commissione di produzione cinematografica che doveva realizzare il film ufficiale sul Giubileo.

Il suo libro esce in occasione del 60° di fondazione della Filmoteca Vaticana. Qual è l’importanza di questa istituzione?
La Filmoteca Vaticana non si è sviluppata come l’Archivio Apostolico o la Biblioteca Vaticana. Ma non possiamo dimenticare che tra qualche decina di anni, gli studiosi dovranno rifarsi ai documenti che saranno audiovisivi. Oggi infatti la storia della Chiesa certamente mantiene un tratto ancora cartaceo, ma la vita e le prassi ecclesiali vengono sempre più documentate da audiovisivi. Pertanto l’auspicio è che la Filmoteca non resti una sorella minore di istituzioni che sono cresciute nel tempo, ma si sviluppi per poter custodire e mettere a disposizione degli studiosi tali documenti.

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