Gli ausiliari ambrosiani, che parteciperanno ai tavoli tematici di confronto, sottolineano la portata straordinaria dell'incontro in Duomo e del percorso che da lì prenderà origine
di Letizia
Gualdoni
Crocevia di storie e culture che si mescolano in una variopinta moltitudine specchio della nostra società, il Duomo è il cuore della Chiesa ambrosiana, ma anche di tutta la Lombardia. Ecco, dunque, il cuore del dialogo con i giovani. Per iniziativa dei Vescovi lombardi, sabato 6 novembre diverrà luogo di un «tavolo di confronto», espressione di una Chiesa che, al suo interno, riflette sui giovani con i giovani e con i propri Pastori.
Proprio per avviare e continuare un dialogo che sia fruttuoso e possa aiutare la Chiesa a ritrovare la sua freschezza originaria, secondo una modalità d’incontro straordinaria saranno allestiti 14 tavoli, per l’ascolto del vissuto, delle domande e delle speranze dei giovani, corrispondenti ai dieci Vescovi a capo delle Diocesi lombarde e ai quattro Vescovi ausiliari di Milano.
«Non mi ricordo che sia mai accaduto che i Vescovi di Lombardia, e tutti insieme, si siano messi ad ascoltare un gruppo di giovani. Può essere un’opportunità nuova per un metodo nuovo: vorrei essere evangelizzato dai giovani – afferma monsignor Luca Raimondi -. Vorrei imparare lo stile di chi si lascia provocare, sfidare e importunare da chi si sforza di correre sulla strada del Vangelo con passo più veloce del mio. Vorrei essere lì non solo “per” loro, ma “con” loro».
«L’occasione di sentire alcuni giovani che esprimono le loro attese e le loro perplessità di fronte alla visione cristiana della vita, in tutti quegli aspetti che coinvolgono la loro mente e il loro cuore, mi sembra un’occasione davvero unica e originale – sottolinea monsignor Giuseppe Vegezzi -, per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa attraverso questi giovani».
«Ora è arrivato il tempo di incontrarci, di ascoltarci vicendevolmente – rileva monsignor Paolo Martinelli -. È importante anche che questo dialogo avvenga innanzitutto non su “temi di Chiesa”, ma su parole che intrecciano la fede con la vita e che i giovani sentono in modo particolare. Vocazione e lavoro, nella prospettiva di un senso per cui impegnare la vita intera. I riti (non solo le celebrazioni liturgiche, molti riti segnano la nostra vita quotidiana, personale e sociale…). Gli affetti, la vita e il dono di sé: chi più dei giovani sente l’urgenza di affetti autentici? L’ecologia, soprattutto nella visione provocante voluta da papa Francesco: una ecologia “integrale” che chiede “conversione” e nuovi stili di vita. L’intercultura: l’incontro tra persone portatrici di differenze culturali, umane e spirituali vede il mondo giovanile protagonista, oltre antichi pregiudizi e stereotipi convenzionali».
«A partire da una inclusione sempre più profonda… quale sarà il volto della Chiesa lombarda nei prossimi anni? Come potremo trasmettere efficacemente la gioia del Vangelo in una società plurale e multiforme? Che cosa ci aiuta a vincere la paura di compiere l’esodo necessario a ogni autentico dialogo? Come possiamo comprendere le ragioni dell’altro e capire fino in fondo che il fratello conta più delle posizioni che giudichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze? Come possiamo riconoscerci davvero fratelli e sorelle?», si interroga il Vicario generale monsignor Franco Agnesi, suggerendo una riflessione.
Per essere profondamente Chiesa, dell’oggi e del futuro, non si può che immaginare di cercare le risposte in un cammino condiviso con i giovani.