Riconosciute le virtù eroiche del sacerdote salesiano per oltre sessant’anni missionario a Cuenca

di Emilia FLOCCHINI

Don Carlo Crespi Croci
Don Carlo a volte riusciva a prendere solo un tè, che gli veniva portato dai confratelli mentre confessava (foto: Associazione Padre Carlo Crespi Croci Onlus)

C’è un nuovo candidato agli altari, nativo della nostra Diocesi, la cui causa di beatificazione ha visto oggi un nuovo passo significativo. Ricevendo infatti in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato anche la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù di don Carlo Crespi Croci, sacerdote salesiano.

La sua vicenda è probabilmente più nota a Cuenca, in Ecuador, centro della sua attività, che fu davvero multiforme. Però anche Legnano, che gli ha dato i natali, si è riappropriata da tempo della sua memoria.

Gli inizi tra Legnano e Milano

Don Carlo nasce appunto a Legnano, precisamente in via Lampugnani 4, il 29 maggio 1891, da Daniele Crespi, fattore, e Luisa Croci, casalinga. Viene battezzato la domenica successiva, il 31 maggio, nella chiesa parrocchiale di San Magno. Lì ogni domenica si reca a Messa con il padre e i suoi fratelli e sorelle (uno di essi, Delfino, sarà anche lui sacerdote salesiano e missionario, ma in Thailandia) e, molto presto, comincia a servire all’altare.

Preparato alla Prima Comunione dal catechismo in parrocchia e dagli insegnamenti della madre, la riceve il 19 giugno 1898, nella chiesa di Santa Maria della Purificazione, oggi di Santa Rita (al tempo parrocchiale di Legnanello). L’anno dopo, il 15 agosto 1899, il beato Andrea Carlo Ferrari gl’impartisce la Cresima.

A dodici anni, Carlo diventa allievo del Collegio Sant’Ambrogio di Milano, retto dai Salesiani di Don Bosco. Ha molte buone qualità umane e inclinazioni personali, come quella per la musica. In molti pensano che diventerà sacerdote diocesano, ma lui ha già deciso di voler essere Salesiano come i suoi educatori.

Come don Bosco, anche a lui da ragazzo fa un sogno che, tempo dopo, riterrà profetico: «Mi vidi vestito da sacerdote con una lunga barba sopra un vecchio pulpito, mentre predicavo di fronte a tanta gente. Il pulpito però non sembrava una chiesa, ma una capanna…».

Il cammino di formazione

Nel 1903 Carlo parte per il liceo salesiano di Valsalice (Torino), poi, per il noviziato, si trasferisce a Foglizzo. L’8 settembre 1907 emette la prima professione e, tre anni dopo, quella perpetua. Per gli studi di Filosofia e Teologia torna a Valsalice e li conclude brillantemente, anche se è soggetto alla leva obbligatoria durante la prima guerra mondiale.

Ordinato sacerdote il 28 gennaio 1917, celebra la Prima Messa a Legnano, nella parrocchia del Santo Redentore, il 4 febbraio.

Mentre insegna scienze naturali, matematica e musica al Collegio Manfredini di Este, riesce anche a conseguire, il 15 giugno 1921, il dottorato in Scienze Naturali all’università di Padova e, poco dopo, il diploma presso il Conservatorio Cesare Pollini della stessa città.

Partenza per l’Ecuador

In vista dell’Anno Santo 1925, papa Pio XI promuove l’Esposizione Internazionale Vaticana, con materiale proveniente da tutte le missioni cattoliche del mondo. Anche i Salesiani fanno la loro parte, anche perché, nell’anno seguente, ricorre il cinquantesimo della loro prima spedizione missionaria.

I superiori di don Carlo pensano allora a inviarlo in Ecuador, sede della più significativa missione salesiana tra gli indios dell’America Latina. Lui si prepara a partire, non prima di aver ottenuto dal Rettor Maggiore (il superiore generale), il beato Filippo Rinaldi, l’assicurazione di non essere assegnato a qualche istituto scolastico: vuole infatti operare in mezzo agli Shuar.

Don Carlo salpa da Genova il 22 marzo 1923 – appare molto significativo il fatto che il decreto sia stato promulgato all’indomani del centenario esatto – , sbarcando a Guayaquil e dirigendosi poi a Quito: raccoglie il materiale necessario e inizia lui stesso a chiedersi come poter aiutare i poveri indios. Superate alcune incomprensioni, ottiene di esercitare il suo apostolato nella città di Cuenca, che diciott’anni dopo la sua morte lo insignirà del titolo di suo “abitante più illustre nel 20° secolo”.

Don Carlo Crespi Croci

Un’antica fotografia di don Carlo Crespi presso il parco “Maria Ausiliatrice” di Cuenca

Realizzazioni missionarie e vita tra i poveri

È un appellativo che don Carlo si merita, insieme a molte altre onorificenze, per numerose realizzazioni volte a migliorare la vita degli indios Shuar: una Scuola Agricola, una Scuola di Arti e Mestieri (ora Università Politecnica Salesiana), la Facoltà di Scienze dell’Educazione a Yanuncay, la scuola elementare “Cornelio Merchán” per bambini poverissimi, un laboratorio di taglio e cucito per ragazze e il Collegio di Studi Orientali, per la formazione dei confratelli destinati alla parte est dell’Ecuador.

Dedica anche molto del suo tempo alla confessione nel santuario dedicato a Maria Ausiliatrice, incoraggiando i fedeli a ricorrere a lei nelle loro necessità. Lui continua a dare il proprio contributo, specie quando trascorre le domeniche tra i bambini di strada, giocando con loro e insegnando il catechismo.

Progetta anche un museo con i manufatti che gli indios gli portano. A volte li ricompensa con denaro, solo per venire incontro alla loro povertà, anche se gli viene da dubitare dell’effettiva antichità di molti di quei presunti reperti, i quali, nel 1978 e col suo benestare, vengono ceduti al Banco Central de Ecuador.

Il ricordo anche a Legnano

Don Carlo muore a Cuenca il 30 aprile 1982, dopo una lunga malattia, già conosciuto in vita come “san Carlos Crespi”. L’inchiesta diocesana della sua causa si è svolta a Cuenca dall’8 dicembre 2006 al 7 dicembre 2007. La postulazione si è però rivolta anche alle parrocchie di Legnano, per ottenere testimonianze relative alla parte iniziale della sua vita.

Si è quindi riacceso l’interesse verso di lui, che ha portato varie iniziative di preghiera e di conoscenza della sua storia, oggi coordinate dall’Associazione Padre Carlo Crespi Onlus, che promuove programmi di cooperazione allo sviluppo, anche a sostegno dei Salesiani in Ecuador, oltre a iniziative per far conoscere la sua storia, come la mostra allestita nel 2016 nella chiesa della Purificazione.

Il 29 maggio 2017, anniversario della sua nascita, gli è stato poi intitolato il Centro residenziale socio sanitario polifunzionale di via delle Rose 11 a Legnano. Infine, nel 2020, una sua immagine ha girato per le parrocchie della città.

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