Il parroco di San Vittore e decano parla del Vicario episcopale della Zona IV, morto questa mattina: un uomo che ha amato profondamente la Chiesa e che si è speso per i bisognosi fino alla fine

di Stefania Cecchetti

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Era un rapporto di stima e di amicizia, quello che legava monsignor Giampaolo Citterio, Vicario della Zona pastorale IV, deceduto questa mattina dopo una lunga malattia, e don Giuseppe Vegezzi, Decano di Rho: «Eravamo molto vicini – conferma don Vegezzi -. L’ho conosciuto quando lui era Decano di Legano e io giovane coadiutore a Cerro Maggiore. Sono stato il suo successore come parroco di San Vittore a Rho e negli ultimi anni lui è stato mio “parrocchiano”, perché è venuto a vivere presso Villa Magnaghi, che fa capo alla parrocchia».

Tanto vicini che proprio a don Giuseppe è toccato il compito ingrato di informare monsignor Citterio, durante i suoi ultimi giorni, che non c’erano speranze di guarigione. «La malattia, scoperta nel 2013, sembrava essersi arrestata, in una prima fase – racconta don Giuseppe -. Poi, all’inizio di quest’anno, si è ripresentata, con particolare violenza a partire da maggio. Pur avendo sempre sperato di uscirne, ha reagito alla notizia preparandosi serenamente alla morte. Ha chiesto di rivedere il suo testamento, si è confessato, ha voluto ricevere di nuovo l’unzione degli infermi, che aveva già ricevuto giorni prima, mentre era incosciente. Insomma, anche in questo frangente è stato di esempio per tutti, andando incontro docilmente alla volontà del Signore».

Di monsignor Citterio don Vegezzi ricorda soprattutto due aspetti: la dedizione alla Chiesa e ai poveri. «Era un sacerdote ambrosiano nel senso più profondo del termine – dice -. Un uomo davvero appassionato della Chiesa, a cui ha dedicato tutta la sua vita. L’altro suo amore erano i poveri, l’ho potuto constatare con mano quando sono arrivato come suo successore a Rho. È stato socio fondatore della nostra cooperativa “Intrecci”, affiliata alla Caritas, che si occupa di disagio economico e di situazioni di fragilità e che fino a qualche tempo fa aveva sede proprio in Villa Magnaghi. Alle persone bisognose ha sempre dedicato tantissime delle sue energie».

Anche nella Zona pastorale IV monsignor Citterio ha lasciato il segno: «Come Vicario episcopale è stato instancabile – ricorda don Giuseppe -. Ha visitato più volte le parrocchie, non mancando mai di presenziare alle occasioni più importanti. La sua agenda era sempre piena di appuntamenti e non solo nel periodo delle Cresime. La nostra è una delle Zone più ampie della diocesi, conta circa 300 sacerdoti, e lui li conosceva uno per uno. In particolare è sempre stato molto vicino ai preti anziani e a quelli che soffrivano a causa di una malattia». Un destino, purtroppo, toccato anche a lui.

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