Sarà questo lo slogan della Quaresima dei ragazzi. La scena della lavanda dei piedi l’immagine chiave. Nell’animazione il riferimento alla “regola delle decime” proposta dall’Arcivescovo
Nell’anno oratoriano sul tema “Vedrai che bello”, lo slogan dell’animazione della Quaresima in oratorio sarà «Vedrai che bello… se doni te stesso». Mettersi al servizio fino al dono di sé è l’atteggiamento che sarà proposto ai ragazzi nel cammino verso la Pasqua: un tempo “forte” in cui chiedere di compiere passi decisivi per plasmare il proprio carattere, crescere nell’amicizia con il Signore, imparare a mettere in pratica con sempre più costanza il comandamento dell’amore.
Una buona indicazione, a questo proposito, viene dall’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, che, nel suo primo Discorso alla città del 6 dicembre scorso (“Per un’arte del buon vicinato”), ha proposto la “regola delle decime”. Regola che ha ripreso e rilanciato anche al termine della Messa per gli sportivi in Duomo lo scorso 17 dicembre: «Mettere a disposizione… la decima parte di quanto ciascuno dispone». Questa pratica può essere fatta anche dai più piccoli, in riferimento alle parole, al tempo, alle abilità, alle azioni da compiere, alla bellezza che ciascuno può trasmettere con le sue intenzioni buone che diventano opere vere. Il riferimento alla “regola delle decime” sarà presente nel “Mosaico della Quaresima”, il gadget di quest’anno.
Ad accompagnare la liturgia domenicale di rito ambrosiano sarà l’icona del “Discepolo amato”, l’evangelista Giovanni, in un percorso, settimana dopo settimana, che porterà a scoprire che è Gesù a farsi dono per noi e per tutti. Ripercorre i temi di tutte le domeniche il canto, realizzato appositamente, “Attratti dal tuo amore” (T. e M. di Maria Grazia Furlan). Al culmine del Vangelo di Giovanni si trova la scena della lavanda dei piedi (Gv 13, 1-17): sarà questa l’immagine chiave della Quaresima in oratorio. Gli educatori, i catechisti, gli animatori, gli allenatori, si sforzeranno di trovare il modo per chiedere di imparare a «lavare i piedi gli uni agli altri».
Lo scopo dell’animazione è appunto l’educazione al dono di sé attraverso le esperienze formative, l’ascolto di testimoni credibili, il lavoro di adulti che affiancano i più giovani, la vita di gruppo, l’amicizia, il confronto e il coinvolgimento responsabile di ciascuno in forme di servizio, adatte a ogni fascia d’età.
È il contributo che l’oratorio può dare alla vocazione di ciascuno, così come ha indicato l’Arcivescovo nell’ultima Assemblea degli oratori. Catechisti, educatori e tutti i membri delle Comunità educanti, in vista di scelte concrete da realizzare in Quaresima, sono invitati a riprendere il testo «Oratorio e vocazione – per volare alto» (edito da Centro ambrosiano) che raccoglie gli atti dell’assemblea, per comprendere come vivere una pastorale in oratorio che sia intrinsecamente vocazionale e come essa non possa realizzarsi se non grazie alla testimonianza della carità e al coinvolgimento dei ragazzi in una vita di relazione e in forme di servizio.
Anche per questo la “Quaresima di fraternità” (per contribuire alle realizzazioni di cui Caritas ambrosiana chiede di farsi carico) in oratorio non si limiterà a semplice raccolta fondi, pur necessaria e fondamentale. L’invito principale sarà quello di correre incontro a tutti i ragazzi che vivono nei paesi e nelle città – soprattutto preadolescenti e adolescenti – per mettersi per quanto è possibile al loro servizio, invitandoli ancora una volta a considerare l’oratorio come la loro “casa”. Uno strumento utile per educare alla carità in oratorio è il sussidio «Oratorio è carità» (Centro ambrosiano). Intanto i Consigli dell’oratorio e le Comunità educanti sono impegnati ad apportare il loro fondamentale contributo alla riflessione di questi mesi per il Sinodo minore “Chiesa dalle genti”, che vuole essere una “casa per tutti”.