Il progetto del’oratorio di San Vittore Martire coinvolge 350 ragazzi e si articola in un doposcuola quale supporto educativo e nell’offerta di un luogo di aggregazione
di Raffaele
Biglia
L’oratorio della Basilica di San Vittore Martire, nel centro di Varese, ha aderito al progetto «Giovani in cammino», promosso da Odl (Oratori Diocesi Lombarde) e finanziato dalla Regione Lombardia, per contrastare il disagio giovanile. Destinatari dell’iniziativa, che si articola in due linee operative, sono 350 ragazzi dagli 11 ai 25 anni italiani e stranieri della città e provincia.
Il doposcuola
La prima proposta, intitolata «AdOratorio», offre ogni giorno agli studenti delle medie, dalle 14 alle 18, un doposcuola con uno spazio compiti e per attività ricreative. Finite le lezioni, si ritrovano a pranzare in oratorio e poi, con la supervisione di due educatrici professionali e di volontari, studiano insieme, seguendo anche il metodo della peer education, educazione tra pari: uno strumento per permettere ai ragazzi di aiutarsi a vicenda nella preparazione dei compiti.
L’obiettivo è di offrire un luogo educativo a supporto degli studenti e delle loro famiglie in sinergia con la scuola e vivere momenti di socializzazione e integrazione alternativi rispetto alle dinamiche relazionali che vivono quotidianamente con il gruppo dei pari e sui social.
Non mancano i laboratori artistici, le attività sportive (calcetto, basket, pallavolo e giochi di gruppo), e momenti di formazione e condivisione chiacchierando insieme con le educatrici sui temi che i giovani sentono più vicini. Si arriva persino a dimenticare il cellulare…
Accoglienza e socialità
Il secondo progetto, «Happiness» – promosso dal Decanato di Varese e dal Fondo Casa Matteo, con il contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto -, in funzione da due anni, si rivolge in particolare agli adolescenti spesso privi nel territorio di spazi aggregativi, se non di natura commerciale. Ad «Happiness» i ragazzi possono trovare un luogo accogliente dove vivere esperienze di socialità e incontrare figure adulte di riferimento: una vera casa. Coinvolti giovani che frequentano le scuole della città, spesso a rischio dispersione, ma anche altri che non studiano né lavorano, i cosiddetti Neet esposti al rischio della marginalità sociale.
Educatori professionali, due psicologhe e volontari qualificati, dedicando il loro impegno a seguire ed entrare in empatia con i ragazzi, cercano di intercettare i loro bisogni specifici. Il progetto si fonda sulla libera partecipazione, sulla costruzione comune di percorsi finalizzati a rispondere alle specifiche esigenze di ciascuno così come emergono. Sono pertanto attive relazioni con realtà del pubblico e del privato sociale presenti sul territorio. Grazie alla competenza di volontari presenti ad «Happiness» si lavora per attivare percorsi di reinserimento scolastico e di ricerca attiva del lavoro.
«La forza di Happiness – spiega Filippo Maroni, coordinatore del progetto – è la semplicità: un luogo gratuito e accogliente dove stare bene. La risposta dei ragazzi ci ha fatto capire che c’era proprio bisogno di un posto così in città». Molteplici le attività proposte: dallo sport ai laboratori di fumetti, artistici e manuali, dalla registrazione della musica ai tornei di scacchi, ma Happiness è soprattutto vita, famiglia, occasione d’incontro e di crescita. Nell’oratorio si conta ogni giorno la presenza di circa cinquanta giovani e tanti di loro, grazie ad Happiness, stanno riprendendo in mano la loro vita.
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