Il decano don Giuseppe Lazzati illustra le problematiche socio-economiche del territorio circostante l'aeroporto di Malpensa e il profilo ecclesiale del Decanato nel quale fino al 17 febbraio l'Arcivescovo compie la sua Visita pastorale
di Cristina
Conti
Sabato 2 febbraio l’Arcivescovo avvia la Visita pastorale al Decanato Valle Olona (Zona IV), che proseguirà fino al 17 febbraio. «Il nostro Decanato comprende 16 parrocchie suddivise in tre Comunità pastorali (Castellanza, Olgiate Olona, Fagnano Olona), due Unità pastorali, (Marnate-Nizzolina e Gorla Minore-Prospiano) e due parrocchie (Gorla Maggiore e Solbiate Olona)», spiega il decano don Giuseppe Lazzati.
Quali le caratteristiche dal punto di vista sociale?
La popolazione lavora principalmente nelle ditte attorno all’aeroporto della Malpensa: qui anticamente il territorio contava molte cartiere, oggi sostituite dai capannoni, La crisi occupazionale si avverte, soprattutto a livello giovanile: i nostri ragazzi sono alla continua ricerca del lavoro, c’è una situazione di precarietà su cui è difficile costruire qualcosa. In compenso c’è una buona sintonia tra parrocchie, Comuni e servizi sociali, e la Caritas funziona molto bene. Si vive bene grazie alla presenza di molte associazioni di volontariato. Il benessere ancora presente è dovuto soprattutto all’eredità dei nonni, degli anziane che hanno lavorato rimboccandosi le maniche. Il futuro, però, non è roseo: passata la generazione anziana, i problemi non potranno che aumentare.
Luci, ombre e prospettive a livello ecclesiale?
Il nostro Decanato si presenta all’Arcivescovo desideroso di camminare, ripartendo col passo giusto e dal punto migliore: l’ascolto della Parola di Dio. Siamo convinti che il magistero e l’incoraggiamento del nostro Vescovo ci aiuteranno a guardare con fiducia al futuro. Le nostre parrocchie non si tirano indietro, nonostante il serpeggiare di una certa pigrizia, spirituale e culturale. La Messa, la preghiera personale e comunitaria delle Lodi e dei Vespri, gli appuntamenti parrocchiali e decanali, in cui non manca mai il riferimento e la riflessione sulla Parola di Dio, sono fonte e linfa della vita cristiana. A tante belle iniziative non risponde sempre una buona e fruttuosa partecipazione. La catechesi dell’iniziazione cristiana è ben partecipata e vissuta dai bambini e dai ragazzi, mentre non è sempre così da parte dei loro genitori. Come in tutte le parrocchie, inoltre, dopo la Cresima si assiste a un fuggi-fuggi. Emerge sempre più un cristianesimo di abitudine. Occorre invece un sussulto di gioia e una buona dose di rinnovato entusiasmo: dobbiamo avere Dio nel cuore. È necessario che ciascuno di noi, impegnato in parrocchia, sia presente in prima persona alle iniziative portanti della vita cristiana. Capita invece che talvolta a queste non siano presenti nemmeno i membri del Consiglio pastorale, i lettori, i catechisti o gli educatori. Dobbiamo valorizzare e incrementare il cammino dei gruppi di ascolto della Parola di Dio, che hanno la fortuna di essere vissuti nelle famiglie, perché aiutano a vivere una condivisione della fede bella e costruttiva e un’esperienza cristiana vissuta nella quotidianità. Ai nostri sacerdoti chiediamo inoltre di preparare bene l’omelia della Messa: a volte infatti questa rischia di essere solo un esame di coscienza, o una sana tirata di orecchie per le mancanze e le incoerenze della vita, non una direzione spirituale popolare o una buona e santa boccata di speranza.
Durante la sua visita l’Arcivescovo incontrerà realtà o iniziative significative?
Sì, diverse. Per esempio il Gruppo Amicizia, cooperativa per giovani disabili a Gorla Minore, e la Fondazione Raimondi di Prospiano, che ospita un buon numero di anziani, tra cui anche alcuni sacerdoti. A diverse associazioni presenti nelle parrocchie farà un saluto durante la Messa o in altri momenti.