La celebrazione di martedì 21 dicembre con l’Arcivescovo è l’occasione per guardare al mistero della Natività e comprendere il dono della presenza di Dio tra noi
di Marco
CIANCI
Responsabile Sezione Università Servizio Giovani
«Il miracolo è qualcosa che non prevedevo, qualcosa di inaspettato, un imprevisto che mi è capitato e che mi ha costretto a riflettere e a pensare a Dio!». Questa è una breve frase di un giovane universitario che in una lettera descrive il suo essersi riavvicinato alla fede.
Che Dio si incarni e si faccia uno di noi, che assuma la nostra carne per camminare e guardare, gioire e soffrire come noi è qualcosa di inaspettato. Millenni di profezie gridavano a un segno: finalmente nell’epoca della pace il Verbo si incarna e viene ad abitare in mezzo a noi. Desideriamo riflettere, uniti al nostro Arcivescovo, perché la vita dei giovani sia una vita capace di leggere i segni di speranza dovuti alla presenza dell’Emanuele, il Dio con noi.
La celebrazione eucaristica che vivremo insieme martedì 21 dicembre alle 18 presso la chiesa dei santi Nazaro e Apostoli a Milano, nella feria prenatalizia IV, è un invito a guardare al nostro desiderio e al compimento dello stesso, grazie al dono dei doni, il Bambino che nasce per noi. Siamo lieti di accogliere il nostro Vescovo che spesso incontriamo, perché in un periodo di incertezza venga a confermare la nostra fede.
Il cammino proposto dalle varie Cappellanie universitarie e dai vari Centri di Pastorale universitaria confluisce in questo momento comune, perché la comunità dei credenti possa, attraverso il Vescovo, riconoscere la presenza di una Chiesa che cammina insieme verso la meta comune: l’incontro con Gesù.
Dalle 17.15 i Cappellani universitari saranno presenti per celebrare il ministero della confessione, per poi rendersi disponibili anche in Duomo il 23 e 24 dicembre.
Il Natale, che ha preso ormai una piega pressoché commerciale e frenetica, è un mistero che richiede silenzio e attenzione per renderci conto di quanto è accaduto duemila anni fa e di come accade ancora nella quotidianità della vita.