La prima accolta con più favore, la seconda con più fatica, ma non sono mancate sorprese positive. Un dato di cui i fedeli devono essere consci: i fondi alla Chiesa cattolica caleranno di un terzo
di Massimo
Pavanello
Incaricato diocesano Sovvenire
Qual è il bilancio ambrosiano della iniziativa nazionale del servizio Cei «Sovvenire» denominata «Uniti Possiamo»? La diocesi di Milano ha partecipato con 48 parrocchie, scelte tra quelle che recentemente hanno ricevuto significativi fondi straordinari 8×1000: 11 hanno consegnato quanto raccolto; 5 non hanno avuto alcuna offerta; 2 si sono ritirate dal progetto; 30 non hanno trasmesso alcun feedback. Le buste nominali sono state 47, da esse sono derivati 3.225 euro. Quelle anonime sono state 50 e hanno fruttato 1.445 euro. Meritano una citazione le parrocchie di Caronno Pertusella che, da sole, hanno raccolto 1.995 euro.
Un mese, una comunità, un sacerdote
Il progetto si prefiggeva di stimolare le parrocchie – promovendo il canale delle offerte deducibili – in ordine al mantenimento dei sacerdoti. Un motto chiaro – «un mese, una comunità, un sacerdote» – spiegava la sfida: raccogliere in trenta giorni, in ciascuna comunità individuata, le offerte necessarie per una remunerazione mensile di un sacerdote.
Il test si è svolto lo scorso novembre, a integrazione di quello promosso durante l’estate riguardante la dichiarazione dei redditi («unafirmaXunire»).
L’invito alla firma per l’8×1000 ha avuto corso in quasi tutte le parrocchie iscritte al progetto. Non così, invece, per le offerte deducibili. I numeri citati all’inizio dell’articolo certificano la fatica, condivisa con altre diocesi della regione. Anche se, a onore del vero, alcune parrocchie ambrosiane – non iscritte alla piattaforma nazionale e senza avvalersi dello strumento della deducibilità – liberamente si sono fatte carico di aiutare un prete, per un mese. Ne hanno data ripetuta comunicazione, raccogliendo la cifra prestabilita.
Nel prossimo futuro meno 8×1000
Il sostentamento del clero dipende ancora troppo dal cespite dell’8×1000. Il secondo canale previsto dalla normativa – quello delle offerte deducibili – copre, infatti, solo il 2% del fabbisogno.
È sempre più necessario rendere avvertiti della questione, i fedeli. Anche in vista del calo della somma derivante dall’8×1000. Nel 2024, a livello nazionale, alla Chiesa cattolica sarà destinato un terzo in meno (- 300 milioni) di quanto elargito sino a oggi. Si imporranno quindi delle scelte.
Quanto più la remunerazione dei sacerdoti libererà l’8×1000, tanto più esso potrà essere destinato alla carità e alla pastorale. Anche se, non passi inosservato, l’equo sostegno dei preti già assicura il funzionamento di diverse opere di carità.
Una ricerca col Politecnico di Milano
A tal proposito, la Conferenza episcopale italiana ha attivato uno studio triennale con il centro di ricerca Tiresia del Politecnico di Milano, il Collegio Carlo Alberto e Legance. L’obiettivo è quello di misurare e rendicontare l’impatto intenzionale e addizionale delle risorse 8×1000.
Per tradurre. L’ipotesi accademica risponderà alle domande: se non ci fosse l’8×1000, quante cose buone in Italia non ci sarebbero? E anche, ipotizzando una abolizione della fonte: per mantenere i servizi che le Chiese garantiscono con questa entrata, quanti soldi in più lo Stato dovrebbe investire?
Le somme ricevute dagli ambrosiani
La diocesi di Milano, lo scorso anno, ha ricevuto: 7.464.104,70 euro per culto e pastorale e 7.102.872,06 euro per interventi caritativi, 550.000 dei quali andati a progetti gestititi direttamente dalle comunità nelle singole Zone pastorali. Una cifra quasi simile è stata destinata pure ai beni culturali ecclesiastici e all’edilizia di culto. I soggetti destinatari hanno l’obbligo di rendere nota – localmente e capillarmente – tale ricevuta.
L’ufficio del Sovvenire della Diocesi di Milano, infine, ha sovvenzionato 50 «bollette sospese», partecipando all’iniziativa indetta dalla Caritas durante il tempo di Natale.
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