Prima ancora che riuscire a far capire, è importante saper osservare e ascoltare: attorno a questo concetto ruota il convegno promosso a Seveso da Servizio per la Catechesi, Fom, Caritas Ambrosiana e Csi. Iscrizioni on line
Nell’era della globalizzazione è ormai indispensabile conoscere più di una lingua per potere comunicare con persone di culture diverse, di provenienza differenti. La lingua è ciò che immediatamente permette di capirsi, di conoscersi, di costruire delle relazioni. Eppure, nella nostra quotidianità, non poche volte sperimentiamo che tra chi ha in comune la lingua madre, pur capendo quello che viene detto, non ci si comprende. Da qui il modo di dire «Ma stiamo parlando la stessa lingua?», a indicare come due persone possano faticare a comunicare pur parlando una lingua conosciuta da entrambi.
E se addirittura uno dei due non dovesse nemmeno saper parlare una lingua? Come è possibile comunicare con chi non sa nemmeno parlare la mia lingua? Ma chi ha detto che l’unica lingua possibile sia quella parlata? Ci sono tante “lingue” nel mondo che non sono solo le lingue che si parlano, ma lingue che si possono imparare e che non utilizzano unicamente le parole.
“E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua?” (Atti 2,8) è il tema promosso dal Servizio diocesano per la Catechesi, dalla Fom, dalla Caritas Ambrosiana e dal Centro sportivo italiano, in programma sabato 3 marzo, dalle 9 alle 13, al Centro pastorale ambrosiano di Seveso (via San Carlo 2). Il convegno costituisce un’ulteriore tappa nel cammino di sensibilizzazione delle nostre comunità cristiane nei confronti delle famiglie con ragazzi con disabilità. Si pone come obiettivo quello di aiutare tutti i componenti della comunità educante (animatori, catechisti, consacrate, educatori, operatori sportivi, religiosi e sacerdoti) a maturare la consapevolezza che, per poter comunicare con i ragazzi con disabilità e con specifici disturbi, è anzitutto necessario imparare una “lingua nuova”. E che questo non significa semplicemente acquisire metodologie o strumenti che facilitino l’interazione, ma richiede innanzitutto la disponibilità ad accostarsi in modo “diverso”, dando priorità al guardare, all’osservare, all’ascoltare, senza lasciarsi prendere dall’ansia del “far capire”.
La mattinata sarà strutturata in due momenti: nella prima parte è previsto l’intervento di Serafino Corti (direttore del Dipartimento delle Disabilità delle Fondazione Sospiro Onlus e docente di Psicologia delle disabilità all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia); nella seconda gli operatori saranno invitati a coinvolgersi in alcuni workshop per approfondire i punti della relazione ascoltata e comprendere l’opportunità di apprendere metodologie alternative e di conoscere strumenti nuovi che possano aiutare a comunicare con i ragazzi con disabilità e con specifici disturbi.
Ecco il programma:
ore 9: accoglienza
ore 9.30: preghiera, saluti iniziali e introduzione
ore 10: intervento di Serafino Corti
ore 11: Presentazione degli workshop
Break
ore 11.20: workshop
ore 12.50: conclusioni finali
ore 13: conclusione
Ingresso gratuito con prenotazione fino a esaurimento posti disponibili.
Iscrizione on line
Sono garantiti il servizio di interpretariato italiano – LIS e il servizio di stenotipia