La recente sessione on line del Consiglio pastorale diocesano ha concentrato l’attenzione sull’Assemblea che dovrebbe nascere nei decanati. Lavori proseguiti a gruppi in vista dell’incontro finale con l’Arcivescovo il 9 dicembre

di Valentina SONCINI
Segretaria del Consiglio pastorale diocesano

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La XVI sessione del Consiglio pastorale diocesano ha molti aspetti di novità e di eccezionalità. Si è svolta per un tempo lungo interamente on line (21 e 22 novembre); si sta prolungando in un lavoro a gruppi sui temi emersi dal dibattito, sfocerà in un incontro assembleare con l’Arcivescovo il 9 dicembre sera per votare mozioni e orientamenti come punto d’arrivo del complesso tema della riforma del Consiglio pastorale decanale.

La sessione è stata guidata dal documento preparatorio elaborato dalla commissione congiunta, formata da membri del Consiglio pastorale diocesano, della Formazione del Clero, del Consiglio presbiterale e dai membri della segreteria dei Decani. Nonostante difficoltà tecniche nella sessione tra sabato e domenica, gli interventi sono stati moltissimi ed efficaci, frutto di un lungo lavoro di preparazione e un confronto fecondo avuto nelle Zone sul documento proposto dalla commissione. L’intensità del dibattito ha fatto emergere un larghissimo consenso sull’impostazione del documento e sulla ricerca di organismi più capaci di esprimere nei territori una presenza di Chiesa sinodale, missionaria, vicina alla vita delle persone, capace di annunciare la bellezza del Vangelo negli ambiti della vita quotidiana, come il lavoro, la scuola, la sanità, ecc. Posizioni critiche e prudenti su alcuni punti, a fronte di reali fatiche e resistenze, hanno aiutato ad approfondire il tema.

L’organismo sul quale si è concentrata l’attenzione del Consiglio è stato l’Assemblea sinodale, che dovrebbe nascere nei decanati relazionandosi alla fraternità del clero e valorizzando i segni di vivacità ecclesiale. L’Assemblea sinodale, formata da fedeli nelle diverse vocazioni, avrà il compito di interpretare profeticamente la realtà quotidiana e di indicare le linee di azione della Chiesa sul territorio. Da non dimenticare, nella ricerca in atto, sotto il profilo dello stile e dei temi, è anche la via tracciata dal Sinodo “Chiesa dalle Genti”, valorizzando la pluralità di presenze ecclesiali (vita consacrata, associazioni, movimenti, carismi condivisi, comunità etniche, ecc). Proprio perché questo nuovo organismo intende esprimere la ricchezza di fede e di carità presenti nei diversi territori, in ogni decanato avrà tratti originali e priorità dettate dal contesto, senza che si perda la partecipazione alla vita dell’unica Chiesa diocesana sotto la guida dell’Arcivescovo.

Ma come agirà concretamente questo nuovo organismo? In questi giorni i consiglieri raccolti in sei gruppi di lavoro stanno approfondendo tratti specifici da sottoporre come mozioni e orientamenti al discernimento dell’Arcivescovo. Queste indicazioni, frutto di un esercizio di immaginazione pratica, andranno ad aggiungersi alle mozioni già votate dal Consiglio presbiterale.

Da parte sua l’Arcivescovo, chiudendo i lavori, ha indicato tre immagini tratte dagli Atti degli apostoli per continuare il lavoro. Il fuoco della Pentecoste che trasforma gli apostoli: occorre avvertire che è stato acceso un fuoco e questo deve ardere diventando contagioso. L’ l’immagine della tempesta, in cui l’apostolo Paolo esorta i suoi compagni di viaggio alla fiducia: in tal modo impariamo a liberarci di ciò che non serve per vivere. Infine, l’immagine dell’elezione dei sette discepoli per realizzare la missione: come gli apostoli, di fronte alle esigenze della missione, anche la nostra Chiesa deve darsi strumenti e individuare persone per poter avviare questo processo sul territorio.

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