Il documento vaticano sugli «itinerari catecumenali» esorta a ripensare e rinnovare la preparazione alle nozze con una accoglienza e una cura personalizzata nei confronti delle coppie
di Stefano e Lela
PERBONI
Pastorale familiare, Zona II
Il documento «Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale» (leggi qui) arriva proprio al termine dell’anno di Amoris Laetitia, come frutto di questo lungo cammino, e a oltre 40 anni dalla Familiaris Consortio.
Alle coppie già impegnate negli itinerari di preparazione al matrimonio il documento appare come una grande fonte di novità e di attenzione ai loro cammini («un compito»), ma anche una conferma («un dono») di iniziative e attenzioni che con la creatività, l’attenzione alle persone e la docilità allo Spirito sono già state messe in atto in varie comunità.
L’itinerario proposto si articola in tre grandi fasi: la preparazione remota, una fase di accoglienza e la fase catecumenale vera e propria. La fase catecumenale si articola ulteriormente in tre tappe: una preparazione prossima, una preparazione immediata e una di accompagnamento nei primi anni di vita matrimoniale.
Un cambio di prospettiva
La preparazione immediata è quella che più è vicina alle esperienze degli itinerari di preparazione al matrimonio già presenti nelle nostre Chiese locali e il rischio è quello di vedere la novità di questo documento solo nelle altre fasi e tappe del cammino catecumenale. Invece, proprio perché qui è più immediata la ricezione di questo ricchissimo documento, pensiamo sia necessario riflettere su alcune delle tante proposte e sul cambio di prospettiva che anche in questa tappa di preparazione più immediata ci vengono suggerite. Questo per meglio inquadrare e integrare anche questo momento nel più ampio cammino catecumenale, che sarà certamente oggetto di “cantieri” e “sperimentazioni” che richiederanno una durata e un’applicazione molto più ampia.
Un ripensamento e un rinnovamento richiesto dal documento che, sugli itinerari di preparazione più immediata al matrimonio, ci permette di fare i primi passi con coraggio proprio come ci esorta papa Francesco nella sua prefazione. Già il documento prevede che, per varie circostanze – e tra questa vi è certamente quella di iniziare a lavorare subito su questi cammini -, «è possibile che alcune coppie vengano inserite solo ora nell’itinerario catecumenale e che la preparazione immediata costituisca per loro l’unica possibilità di formazione in vista della celebrazione del sacramento del matrimonio».
«Un vestito su misura»
La prima indicazione che ci interroga riguarda il tema dell’accoglienza e di un’attenzione particolare alle singole coppie, che viene declinata con la necessità di «prevedere alcuni colloqui personalizzati» e di «far sentire cura e attenzione» per «approfondire insieme alcuni aspetti più personali». Solo con questa attenzione potremo costruire itinerari che diventino, come esorta papa Francesco, «un vestito che va cucito su misura per le persone che lo indosseranno». E insieme mostrare un volto di Chiesa attenta ai suoi figli, che dedica loro il tempo necessario per un annuncio che riguardo alla «famiglia è davvero una buona notizia».
Il rinnovamento e ripensamento riguarda anche la capacità di «superare la tipologia classica dei corsi matrimoniali», con l’introduzione di momenti liturgici di preghiera e di celebrazione, di alcuni riti che segnano le tappe di un cammino, dell’interazione con tutta la comunità ecclesiale. Un rinnovamento che non può far dimenticare che in questa tappa di preparazione immediata è necessario sottolineare «le condizioni di libertà e di piena consapevolezza» riguardo al matrimonio e alle sue caratteristiche essenziali (indissolubilità, unità, fedeltà e fecondità): si potrà così presentare questo cammino «come un vero e proprio annuncio del Vangelo del matrimonio per le coppie che non provengono dal percorso precedente» (la preparazione prossima).
Indicazioni e suggerimenti
Utile, anche se a volte sembra di difficile applicazione, l’indicazione di aprire questa fase di preparazione con un ritiro spirituale e di chiudere il percorso con «un ampio spazio alla preparazione liturgica» del rito nuziale, con la cura di «coinvolgere gli sposi nella scelta delle letture per la Messa» e con la proposta, a pochi giorni dalle nozze, di «un ritiro spirituale di uno/due giorni» per «rimettere a fuoco l’essenziale», in un periodo di preparativi e di incombenze pratiche.
Molti altri sono i suggerimenti, gli inviti e le sottolineature che il documento propone e che lasciamo alla lettura di tutte le équipe pastorali incaricate in questo servizio alla Chiesa, e che potranno anche essere oggetto di un percorso formativo sul quale molto si insiste: formazione che deve riguardare laici e sacerdoti nei loro rispettivi ruoli e compiti, ma che, condotta insieme, può costituire il miglior modo per far crescere una comunione indispensabile nell’azione evangelizzatrice della Chiesa.
Tutto ciò, come per l’intero cammino catecumenale, deve sempre essere vissuto a partire da un’esperienza di fede e di incontro con Gesù, perché «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Solo se alle coppie che chiedono di celebrare il sacramento del matrimonio e che vengono coinvolte in questa tappa della preparazione immediata sapremo far fare esperienza di questo incontro e presentare un volto di Chiesa immagine di quello di Gesù, esse capiranno che l’itinerario intrapreso non termina con la celebrazione del matrimonio, ma potrà continuare anche nei primi anni di vita matrimoniale (ulteriore tappa del cammino catecumenale), facendoli entrare in uno “stato permanente” da vivere con l’aiuto della Chiesa intera e diventando loro stessi soggetti di una testimonianza di gioia vissuta nella vita familiare.
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