L’Arcivescovo ha inaugurato i nuovi centri di erogazione di aiuti alimentari attivi nel decanato. Li gestiscono più di 40 volontari; all’approvvigionamento di alimenti contribuisce anche una rete di “Famiglie solidali”
I suoi scaffali occupano una superficie di 120 metri quadri più 200 di magazzino; opera grazie a 1 banco-cassa, 2 armadi frigo e 2 congelatori a pozzetto; servirà contemporaneamente (tramite altrettante tessere, valide 6 mesi e rinnovabili per ulteriori 6) fino a 200 famiglie o persone delle 29 parrocchie del decanato.
Il 14° Emporio della Solidarietà della diocesi ambrosiana è stato inaugurato a Vimercate (MB) nel primo pomeriggio di oggi, sabato 19 marzo, alla presenza dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Il nuovo minimarket per l’erogazione di aiuti alimentari solidali funziona all’interno del Centro caritativo “Santo Stefano” di via Mazzini 35. E non sarà l’unica risorsa nuova per combattere la povertà alimentare: due Botteghe della Solidarietà cominciano infatti da oggi a operare a Lesmo e Carnate, aperte a soggetti in difficoltà economica delle rispettive parrocchie.
Il decanato brianzolo – grazie ai 18 volontari dell’Emporio e ai 25 volontari operanti nelle due Botteghe, nonché al supporto di una rete di “famiglie solidali”, che raccoglieranno beni alimentari con costanza e li doneranno ogni settimana all’Emporio – compie dunque un decisivo passo avanti sul fronte della lotta alla povertà alimentare. L’obiettivo è quello classico di Empori e Botteghe: sostenere persone e famiglie in condizione di indigenza, ma soprattutto contribuire al consolidamento dei loro percorsi di autonomia ed educazione a un consumo sostenibile e responsabile, andando oltre la logica assistenziale del pacco alimentare e operando in rete con gli altri servizi Caritas, che segnalano e accompagnano socialmente i beneficiari dell’aiuto.
«In questi giorni in cui assistiamo al terribile sperpero di vite e di risorse causato dalla guerra, in cui ci sentiamo come schiacciati dalla quantità di un male che sembra travolgerci – si è domandato monsignor Delpini –, cosa facciamo noi qui? Noi realizziamo un’opera apparentemente piccola, rivolta a un numero di poveri apparentemente piccolo. Ma con questi piccoli gesti dichiariamo di credere nella forza del bene, persuasi che Dio benedice l’umanità attraverso gesti minimi. Qui convergono, per aiutare e farsi aiutare, persone che credono che il bene è più tenace del male, il quale fa rumore ed è aggressivo, ma si stanca. Prima o poi le guerre finiscono. Ed è allora che i piccoli gesti di chi crede nel bene rimediano alla stupidità e alla distruzione che la cattiveria semina nella storia. Inaugurando oggi l’Emporio, testimoniamo la fede in un Dio che è alleato del bene piccolo, tenace, intelligente, che incoraggia a mettersi insieme, praticato da tanti figli degli uomini».
Alle parole del vescovo, che ha tagliato il nastro della nuova struttura, ha fatto eco don Angelo Puricelli, decano di Vimercate: «L’Emporio solidale non vuol essere solo un’occasione per custodire l’attenzione e la cura verso tante famiglie in difficoltà, rispondendo più efficacemente ai loro bisogni, ma anche uno strumento perché le nostre comunità sperimentino un cammino comune. Costituisce una sfida, perché le Caritas parrocchiali riconoscano come prospettiva buona la collaborazione e la costruzione di sinergie, vincendo la tentazione di rispondere da sole alle crescenti domande che le tante povertà ed emergenze sollevano. Si apre per il nuovo responsabile decanale, il diacono Federico Ripamonti, e per tutti i collaboratori, l’impegnativa sfida di far crescere e coltivare il gusto dell’operare insieme, mostrando alle tante famiglie in difficoltà il volto di una Chiesa accogliente».
«L’Emporio e le Botteghe del decanato di Vimercate – ha spiegato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – rafforzano un sistema ormai capillare in diocesi, che deve fronteggiare, in questa fase storica, richieste di aiuto in notevole crescita. L’impennata degli accessi agli Empori registrata nel 2021 offre una doppia conferma. Anzitutto, in positivo, ribadisce che il lavoro di rete, tra i soggetti ecclesiali e con le realtà istituzionali e sociali di un territorio, paga sia in termini di consolidamento della coesione sociale, sia riguardo all’efficacia degli interventi. In negativo, però, attesta che la ripresa economica post-pandemia, indubbiamente in corso nel nostro paese, non sempre e non subito si traduce in una ripresa sociale di analoga estensione. Anche in Lombardia persistono ampie sacche di impoverimento non riassorbite dall’incremento del Pil. Noi facciamo la nostra parte, tamponando, educando, orientando all’autonomia. Ma servono politiche che disegnino una società meno divaricata, più giusta, con una più equa distribuzione di opportunità e ricchezze».